Moody’s vede nero, per le banche italiane outlook negativo
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Economia Gio 03 novembre 2022

Moody’s vede nero, per le banche italiane outlook negativo

Moody’s declassa le banche di sei Paesi del Vecchio continente. Fra queste anche quelle italiane e tedesche, oltre agli istituti di credito. Moody’s vede nero, per le banche italiane outlook negativo
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Il declassamento delle banche

Moody’s declassa le banche di sei Paesi del Vecchio continente. Fra queste anche quelle italiane e tedesche, oltre agli istituti di credito polacchi, cechi, ungheresi e slovacchi. «Abbiamo modificato l’outlook in negativo per sei settori bancari, poiché prevediamo un ulteriore deterioramento delle condizioni operative, che indebolirà la qualità dei prestiti, la redditività e l’accesso ai finanziamenti delle banche, anche se l’impatto varierà da Paese a Paese», sottolinea Louise Welin, Vp-Senior credit officer di Moody’s.

Focus Italia

A far scattare la sforbiciata sul giudizio, le stime di un forte deterioramento dell’economia italiana nei prossimi 12-18 mesi. «Prevediamo che la crescita del pil italiano scenderà allo 0% nel 2023 rispetto al 2,7% previsto per il 2022» ha chiarito l’agenzia di rating. Di qui i maggiori rischi per i crediti di famiglie ed imprese. «Le economie sono colpite dalla crisi energetica e dall’elevata inflazione conseguente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’aumento dei prezzi inciderà sull’affidabilità creditizia di molte imprese e famiglie, innescando la formazione di nuovi prestiti problematici», ha ripreso l’esperto.

Secondo gli analisti di Moody’s, l’indebolimento dell’attività creditizia dovuto al rallentamento dell’economia, l’aumento degli accantonamenti per perdite su crediti e l’incremento dei costi operativi, nonché il rimborso del programma ultra-economico TLTRO2 della Banca Centrale Europea annulleranno in parte i benefici dell’aumento dei rendimenti dei prestiti con l’aumento dei tassi di interesse. «Prevediamo che i coefficienti patrimoniali delle banche italiane assorbiranno i rischi crescenti e rimarranno sostanzialmente solidi – hanno spiegato gli esperti -. Le misure governative per alleviare la pressione sulle imprese e sulle famiglie causata dall’aumento dei costi dell’energia saranno di aiuto anche per il settore bancario».

Npl in aumento

Tuttavia lo scenario a tinte fosche farà inevitabilmente aumentare i crediti inesigibili (i cosiddetti Non performing loans, Npl) vanificando in parte il lavoro, svolto finora, di pulizia dei bilanci con la cessione degli asset a rischio. Gli interventi messi in campo ad oggi dal governo «non forniranno una protezione completa e i prestiti problematici aumenteranno – ha chiarito l’agenzia -. Infatti, prevediamo che l’aumento dell’inflazione e il peggioramento delle condizioni economiche porteranno a un aumento dei crediti inesigibili nel 2023 e nel 2024. Stimiamo anche che le banche italiane continueranno a smaltire e cartolarizzare crediti inesigibili lungo tutto il prossimo anno. Tuttavia, i valori di recupero degli Npl probabilmente scenderanno in un contesto depresso e i benefici derivanti dalle vendite di Npl saranno inferiori a quelli degli ultimi cinque anni».

Piccole banche sotto i riflettori

Per gli istituti di credito italiani la questione è particolarmente spinosa dal momento che il livello di crediti inesigibili è superiore alla media europea (1,8%). A giugno il totale degli Npl in pancia alle banche italiane è sceso al 2,6% del totale dei prestiti. Il dato ha segnalato un miglioramento rispetto al 3,1% di fine 2021 e al 4,1% di fine 2020. Tuttavia, l’estate scorsa, a luglio, Bankitalia ha suonato un campanello d’allarme soprattutto per gli istituti di piccola dimensione. L’autorità di vigilanza guidata da Ignazio Visco ha spiegato che un centinaio di piccole e medie banche italiane rischiano di accusare maggiormente gli effetti della crisi per le maggiori difficoltà di gestione dei pacchetti di crediti inesigibili, inevitabilmente in crescita con la crisi.

Un aiuto dai tassi in salita

In questo conteso aiuta la politica monetaria della Bce che sta aumentando le marginalità sul denaro prestato. A patto però che imprese e famiglie riescano ad onorare i loro debiti. Ed è questa la grande scommessa per i prossimi anni.

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