Altro che pace fiscale, in autunno in arrivo un'ondata di cartelle
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Economia Ven 19 agosto 2022

Altro che pace fiscale, in autunno in arrivo un'ondata di cartelle

Alla faccia della pace fiscale sbandierata dalla politica. Obiettivo: recuperare tutto il denaro non versato. Altro che pace fiscale, in autunno in arrivo un'ondata di cartelle Imagoeconomica
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Le cartelle in arrivo in autunno

Alla faccia della pace fiscale sbandierata dalla politica. E pure della crisi. Nel bel mezzo della campagna elettorale, il Fisco si prepara a battere cassa. Obiettivo: recuperare tutto il denaro non versato «causa Covid» tra febbraio e marzo 2020 e fino alla fine di agosto 2021. Una bella gatta da pelare che il governo di Mario Draghi lascia nelle mani del prossimo governo.

Un’ondata di notifiche

Nei piani del Tesoro, l’obiettivo è superare la soglia del 70% di notifiche delle cartelle «sospese» entro dicembre per chiudere poi la partita entro fine 2023. Quanto agli incassi, secondo la bozza allegata allo schema di Convezione 2022-2024 fra il Tesoro e l’Agenzia delle Entrate e della riscossione (Ader), entro fine anno dovranno entrare 9,4 miliardi. Si tratta di una cifra di oltre due miliardi superiore al riscosso complessivo del 2021, di cui, secondo la Corte dei Conti, il 36% derivante da rottamazione delle cartelle e saldo e stralcio. Non solo. La somma è destinata a salire ulteriormente nel 2023 con un introito stimato a 11,4 miliardi per poi raggiungere 11,9 miliardi nel 2024.

Sono cifre importanti per il bilancio dello Stato che, però, potrebbero assottigliarsi proprio per effetto della crisi economica e degli incrementi nei prezzi dell’energia che rischiano di mettere in ginocchio le aziende energivore. Dal canto suo, salvo indicazioni contrarie del futuro governo, l’Agenzia guidata da Ernesto Maria Ruffini non potrà altro che procedere secondo le indicazioni del Tesoro, garantendo il puntuale monitoraggio dei pagamenti previsti nei termini delle regole dell’attuale definizione agevolata.

Rischio collasso

Per i commercialisti però a settembre la situazione rischia di essere esplosiva. Con un diluvio di cartelle esattoriali che scatena la tempesta perfetta. «Se questo piano viene adottato in questo modo, con l’autunno che ci aspettiamo, l’inflazione galoppante, il prezzo dell’energia che tutti sappiamo, possono esserci grossi problemi» ha spiegato a Verità&Affari Salvatore Regalbuto, tesoriere del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. «Già da tempo, come consiglio nazionale dell’Ordine dei commercialisti, chiediamo di prendere in mano questa situazione con un provvedimento che dia veramente respiro nei pagamenti – ha aggiunto – Ciò non significa non pagare perché ci mancherebbe altro. Ma bisogna trovare un orizzonte temporale che sia adeguato. Questo per evitare che questa situazione si trasformi in un ko tecnico in autunno».

Nel dettaglio, l’Ordine ha proposto al governo di allungare la rateizzazione a dieci anni sulla base di un piano attestato da un commercialista che verifichi la reale possibilità dell’impresa di onorare il debito con il Fisco. «É una decisione politica questa che spetterà a chi governerà. Il Tesoro e l’Agenzia delle Entrate non possono far altro che seguire le indicazioni date dalla politica rispettando le norme – ha chiarito Regalbuto – Ci vuole una volontà politica di dare un termine congruo per consentire a tutti, senza parlare di condoni, dopo due anni infernali, di rimettersi in carreggiata. Se cominciamo ad accavallare cartelle su cartelle, si rischia una moria di aziende non indifferente».

Secondo l’esperto, ci sono situazioni gravi in cui il pagamento in cinque anni non è sostenibile. «Bisogna trovare un sistema – ha concluso -. Noi commercialisti siamo disponibili eventualmente anche come soggetti attestatori di piani di risanamento in ambito tributario in modo di dare il tempo alle aziende di superare lo shock che c’è stato con la pandemia. E non solo per quella. Siamo preoccupati per quello che sta per accadere: ci sono situazioni soprattutto per le aziende energivore che sono davvero inquietanti. Non si riesce a scaricare sui prezzi quelli che sono gli aumenti nelle materie prime e quindi se ci mettiamo anche a rincorrere gli arretrati tutto di un colpo, diventa anche complicato andare avanti».

Focus bonus edilizi

Intanto, le Entrate si preparano anche ad un controllo a tappeto sui bonus edilizi. Secondo le indicazioni del Tesoro, il Fisco passerà in rassegna il 60% del valore complessivo delle agevolazioni 2022 per risparmio energetico, ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici. Si tratta solo di un primo step perché le verifiche saliranno infatti al 70% nel 2023 e fino all’80% del valore delle agevolazioni edilizie nel 2024. Un lavoro enorme per l’Agenzia e i suoi circa 30mila dipendenti che confidano nell’avvento dell’intelligenza artificiale per smaltire pratiche e controlli. Il che però non renderà certo il Fisco più amico,

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