Pirelli, il governo studia il Golden Power per i cinesi di Sinochem
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Economia/Apertura
AperturaEconomia Mer 05 aprile 2023

Pirelli, il governo studia il Golden Power per i cinesi di Sinochem

Il gruppo controllato da Pechino è il primo socio con il 37%. Possibili limitazioni ai suoi rappresentati in cda Pirelli, il governo studia il Golden Power per i cinesi di Sinochem
Gianluca Paolucci
di 
Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Il governo studia il golden power per limitare i cinesi di Sinochem in Pirelli

Il governo italiano sta valutando le opzioni per limitare i diritti dei cinesi di Sinochem nell’azionariato di Pirelli. La notizia, diffusa da Bloomberg, trova conferma in ambienti governativi. Al momento, si precisa, le valutazioni e il confronto con l’azienda sono ancora in corso. Tra le opzioni allo studio, quella di limitare l’accesso dei membri del board nominati da Sinochem alle informazioni su tecnologie strategiche e la limitazione dei diritti di voto nel board. 

Primo azionista con il 37%

La notizia, si spiega, dimostra la rinnovata attenzione dell’esecutivo nei confronti dell’influenza di capitali cinesi in settori strategici dell’economia italiana. 

Sinochem è il principale azionista di Pirelli con il 37% del capitale. La discussione tra il gruppo il governo sarebbe stata avviata dopo la notifica da parte del socio cinese del rinnovo degli accordi parasociali per la Bicocca. Pirelli lo scorso 22 febbraio aveva comunicato che avrebbe notificato il rinnovo del patto parasociale con Sinochem ai sensi della normativa sul Golden Power.

Il precedente in Russia

Sinochem, gruppo chimico controllato da Pechino, è nel capitale di Pirelli dal 2015. Finora, la sua presenza nel capitale del gruppo italiano non aveva sollevato timori a livello governativo. In Russia invece, dopo l’arrivo dei cinesi come primo socio, il Cremlino aveva imposto a Pirelli Russia la vendita di un impianto dove vengono realizzate le gomme per i camion Kamaz, utilizzati dall’esercito russo. La ragione: evitare che il socio cinese potesse avere accesso a informazioni strategiche sulle forniture militari.

Non è stato possibile ricevere commenti dal governo né da Pirelli.

Condividi articolo