Ita, sulla privatizzazione il presidente Altavilla mette fretta
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Economia Dom 26 giugno 2022

Ita, sulla privatizzazione Altavilla mette fretta: «Il vincitore serve entro l’estate»

Il presidente esecutivo di Ita Alfredo Altavilla mette fretta a tutte le parti sulla partita della privatizzazione di Ita Airways. Ita, sulla privatizzazione Altavilla mette fretta: «Il vincitore serve entro l’estate»
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Il presidente di Ita Altavilla

Alfredo Altavilla mette fretta a tutte le parti in causa, dal governo alle offerenti, sulla partita della privatizzazione di Ita Airways. Lo ha fatto ieri in occasione del convegno dei Giovani imprenditori a Rapallo. Il presidente esecutivo ha infatti lanciato un monito per sottolineare la necessità di arrivare in tempi brevi alla definizione del vincitore nella gara ad accaparrarsi la compagnia sorta dalle ceneri di Alitalia: «Sarebbe un gravissimo problema se non si sapesse entro l’estate: il tempo distrugge valore – ha sottolineato –. Non è Altavilla che ha fretta, non è la compagnia che ha fretta: qui è l’Italia che deve avere fretta perché ne vale del futuro della compagnia».

La chiusura della data room

Al bastone però ha anche alternato la carota. Altavilla ha infatti evidenziato come il ritardo sulla tabella di marcia iniziale sia minima. «La data room la chiudiamo il 5 luglio: era previsto il 30 giugno, sostanzialmente siamo nei tempi. Considerando i vecchi standard della vecchia Alitalia – ha puntualizzato con una certa ironia – non mi pare che una settimana o 10 giorni spostino l’asse del problema». La speranza del presidente di Ita è che questo periodo di tempo sia sufficiente al Mef per «potersi esprimere» sulle offerte per Ita presentate dalla cordata Msc-Lufthansa e dal fondo Usa Certares.

Secondo quanto emerso nei giorni scorsi la riapertura della data room – decisa il 22 giugno scorso per dare una risposta alle oltre 300 domande poste dagli offerenti e che aveva fatto alzare qualche interrogativo sulle tempistiche con cui si sarebbe arrivati a una definizione della cordata vincitrice – non porterebbe a un ritardo nella decisione. Infatti se la decisione inizialmente prevista per il 30 giugno sull’offerta prescelta ritarderà di qualche giorno, realisticamente tra il 7 e l’8 luglio, il tempo perso verrà guadagnato accelerando sulla definizione della governance. Il 5 luglio, in ogni caso, sono attese le offerte vincolanti delle pretendenti.

Le cifre e i concorrenti

Le prime offerte avanzate, nonostante non siano state ufficializzate le cifre, sono sostanzialmente note. In vantaggio ci sarebbero Msc e Lufthansa, che avrebbero valutato la società circa un miliardo di euro e sono orientati a rilevare l’80% della società. In questo modo al Mef rimarrebbe in mano il 20% della compagnia, ma con l’opzione di poter uscire successivamente. Tuttavia anche la quota che rimarrebbe al Tesoro sarebbe ancora un punto di discussione. Un orientamento interno al governo, infatti, preferirebbe rimanere con una partecipazione maggiore in quella che diventerebbe l’ex compagnia di bandiera. Inferiore invece la valutazione del fondo Certares, che stimerebbe il valore di Ita tra i 650 e gli 850 milioni di euro. Il fondo americano metterebbe a disposizione anche una partnership commerciale con Air France e Delta Air Lines.

La necessità di partner

Ma se su valutazioni, tempistiche e percentuali da lasciare in mano al Tesoro la partita è ancora da giocare, sul senso dell’operazione ha chiarito lo stesso Altavilla sempre nella giornata di ieri. L’obiettivo è distaccarsi dal passato travagliato di Alitalia. «In questo momento stiamo cercando una discontinuità e di creare una compagnia che abbia un futuro industriale molto più solido – ha evidenziato il presidente –. È importante trovare un partner industriale che ci consenta di espandere la nostra flotta e di poter avere accesso a un network di destinazioni molto più ampio e molto più redditizio perché questa è l’unica condizione per garantire una sopravvivenza non solo alla alle persone che sono passate a lavorare con noi ma soprattutto una solidità finanziaria per la nuova compagnia».

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