L’Eurozona si avvia alla recessione, cosa dobbiamo aspettarci
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Economia Sab 24 settembre 2022

L’Eurozona si avvia alla recessione, cosa dobbiamo aspettarci

Brutti segnali dal manifatturiero in Europa, mentre migliora la situazione per le Pmi d’Oltreoceano. L'avvio della recessione. L’Eurozona si avvia alla recessione, cosa dobbiamo aspettarci
Redazione Verità&Affari
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La recessione dell’Eurozona

Brutti segnali dal manifatturiero in Europa, mentre migliora la situazione per le Pmi d’Oltreoceano. L’indice Global Flash Eurozone Pmi di Standard&Poor’s di settembre è sceso a 48,2 punti rispetto ai 48,9 di agosto, il minimo da 20 mesi anche se leggermente sopra le stime (a 48,1). Nello specifico, l’indice relativo al settore dei servizi è calato a 48,9 punti dai 49,8 del mese precedente (49 punti il consenso); quello manifatturiero si è invece attestato a 48,5 punti rispetto ai 49,6 punti precedenti (48,7 punti il consenso), toccando il minimo da 27 mesi.

Come vanno le imprese

L’attività imprenditoriale si è contratta per il terzo mese consecutivo e, anche se modesta, la flessione è avvenuta a un ritmo che, a parte i blocchi dovuti alla pandemia, è stato il più ripido dal 2013. L’impennata dei prezzi dell’energia, l’aumento dei tassi di interesse, la guerra in Ucraina e la carenza di materiali sono i fattori che spiegano il calo. Altri indicatori, come i nuovi ordini in entrata, gli arretrati di lavoro e le aspettative di output futuro indicano che il declino proseguirà nei prossimi mesi. Sia nel settore manifatturiero che nei servizi si è registrato un peggioramento delle prestazioni, con la domanda in calo a causa dell’aumento del costo della vita e della crescente oscurità sulle prospettive future.

«C’è la possibilità che l’Eurozona finisca in recessione, poiché le aziende riportano un peggioramento delle condizioni economiche e un intensificarsi della pressione sui prezzi collegabile all’impennata dei costi energetici», è l’analisi di Chris Williamson, Chief Business Economist di S&P Global Market. «La stima preliminare del Pmi mostra una contrazione economica nel terzo trimestre dello 0,1%, con un tasso di declino in accelerazione nel corso degli ultimi tre mesi, con settembre che, esclusi i mesi con le restrizioni anti pandemiche, ha indicato la prestazione economica peggiore dal 2013», ha spiegato Williamson.

Crisi tedesca

L’esperto evidenziato quindi che «la Germania sta affrontando le condizioni piú critiche, con un’economia in contrazione a un tasso che, tolto il periodo pandemico, non si è mai osservato dalla crisi globale finanziaria». L’indice Pmi servizi della Germania è sceso infatti a 45,4 punti, il minimo da 28 mesi. Ad agosto il risultato era stato di 47,7, comunque sempre sotto i 50 punti, spartiacque tra contrazione e crescita di un settore. L’indice Pmi manifatturiero si è invece attestato su 48,3 punti rispetto ai 49,1 di agosto. L’indice composito, sintesi dei due, è stato pari a 45,9 dai 46,9 del precedente mese di agosto.

Francia in ripresa

In controtendenza è la Francia, dove l’indice composito di settembre sale a 51,2 (da 50,4). La fine del terzo trimestre ha portato una leggera ripresa dell’attività nel settore privato in Francia, ma il tono di fondo in termini di produzione resta debole. A trainare la marginale risalita è stato il settore dei servizi (migliorato a 53 da 51,2), mentre si è accentuato l’indebolimento del manifatturiero (diminuito a 43,4 dal 46,6) ai minimi da 28 mesi. I servizi hanno registrato in Francia una ripresa, dopo il minimo da 16 mesi a questa parte registrato ad agosto, grazie all’aumento dei nuovi ordinativi. La domanda all’export tuttavia è diminuita, sia per i servizi sia per il manifatturiero.

Contrazione inglese

Situazione inversa in Gran Bretagna, dove sono i servizi a calare. L’indice Pmi d’Oltremanica è sceso a 49,2 da 50,9 punti, passando dall’espansione alla contrazione del settore; l’indice manifatturiero invece si è attestato a 48,5, in rialzo rispetto ai 47,3 di agosto, ma comunque sempre in contrazione. L’indice composito, sintesi dei due indici è stato pari a 48,4 dai 49,6 di agosto, al minimo da 20 mesi. «Conseguentemente al crollo della domanda e alle previsioni sul futuro sempre più pessimistiche delle aziende, gli indicatori dell’indagine che anticipano i trend prevedono nel quarto trimestre un peggioramento del declino dell’economia dell’Eurozona, il che aumenta sempre più la possibilitá di una caduta in zona recessione», ha rimarcato Williamson. «La sfida dei responsabili delle politiche per cercare di domare l’inflazione ed evitare allo stesso tempo un forte impatto all’economia, sta diventando quindi sempre più difficile», avverte l’economista. Migliora invece la situazione negli Stati Uniti, col manifatturiero salito a 51,8 punti, sopra le stime e in leggero aumento rispetto al 51,5 di agosto.

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