Falchi in azione sullo scudo anti-spread, il Btp è in pericolo
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Economia Dom 17 luglio 2022

Falchi in azione sullo scudo anti-spread, il Btp è in pericolo

Per gli analisti di Bloomberg potrebbero esserci non pochi «problemi per i titoli di Stato italiani». E anche non pochi contrasti. Falchi in azione sullo scudo anti-spread, il Btp è in pericolo
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

I problemi per i Btp italiani

La crisi politica arriva nel momento peggiore possibile. E cioè ad una manciata di giorni dalla riunione della Banca centrale europea che deve alzare il velo sullo scudo antispread. Per gli analisti di Bloomberg potrebbero esserci non pochi «problemi per i titoli di Stato italiani». E anche non pochi contrasti nello stesso consiglio direttivo della Banca centrale europea su quelle che sono le condizioni cui utilizzare lo scudo per difendere soprattutto i Paesi più indebitati dalle fiammate dello spread.

Secondo Bloomberg, la Banca centrale europea svelerà il suo nuovo strumento di gestione delle crisi dopo la riunione del 21 luglio, ma non ci saranno i dettagli di un piano che «deluderà gli investitori». «Questo fattore, insieme a un messaggio ancora più aggressivo sulla stretta monetaria, può avere l’effetto di esercitare una maggiore pressione al rialzo sui rendimenti delle obbligazioni periferiche» hanno spiegato gli esperti che evidenziano come difficilmente i membri del consiglio direttivo si accorderanno sulle modalità «di acquisto delle obbligazioni» sovrane.

Gli investitori internazionali sono concentrati sul messaggio che darà il governatore Christine Lagarde, come ha spiegato a Verità&Affari Anna Guglielmetti, numero uno della divisione Fixed income di Credit Suisse Asset management Italia. «Oltre all’aumento dei tassi che è ormai scontato dal mercato, c’è grande attesa per i dettagli del piano anti-frammentazione, il cosiddetto scudo anti-spread – ha precisato l’esperta – Gli investitori sperano vengano chiariti i dettagli in un momento in cui i mercati sono molto vulnerabili». In particolare, secondo Guglielmetti ci sono almeno quattro fattori rilevanti perché il piano riesca a confortare i mercati. E quindi creare un contesto di fiducia nei confronti della politica monetaria comunitaria.

I pilastri per il futuro

Il primo è nella dimensione dell’intervento. «Il piano dovrebbe essere illimitato o quanto meno di dimensioni importanti per convincere gli investitori della capacità di manovra e di intervento della Banca centrale europea in caso di eventuali necessità – ha precisato l’esperta – In secondo luogo deve essere equilibrato e prevedere sin da subito le condizionalità».

Ed è proprio qui il punto dolente soprattutto per l’Italia nel bel mezzo di una crisi di governo che rischia di far aumentare il peso delle richieste della Bce per far scattare il piano antispread. «Dal momento che la banca centrale non regala soldi a nessuno, è normale che vengano fissati paletti e target, un set di regole per attivare lo scudo a favore del Paese che subisce una fiammata dello spread».

E che ciò avvenga proprio dopo che Mario Draghi è salito al Colle e l’Italia potrebbe andare verso elezioni anticipate non è certo un bene. Tanto più che la Bce dovrebbe già indicare anche gli obiettivi dei fondamentali economici che dovranno essere rispettati dal Paese che beneficia di questo novo strumento. Insomma, non si tratterà del whatever it takes dell’ex governatore Draghi, ma di uno strumento che avrà precisi margini all’interno dei quali muoversi.

C’è poi un altro aspetto che interessa ai mercati e agli investitori internazionali. «Il piano dovrà essere funzionale al Next generation Ue e legato a doppio filo con i fondi del Pnrr – ha sottlineato Guglielmetti – Questo perchè si possa legare tutto insieme: politica fiscale e politica monetaria nell’intento di costruire un percorso insieme». Proprio per questa ragione l’aspetto forse più importante è l’intesa sul momento e sulle modalità di funzionamento dello scudo fra i diversi Paesi dell’Unione. «E’ evidente che per bloccare la fiammata dello spread dei Paesi più fragili bisognerà acquistarne i titoli, ma questo avverrà vendendo invece i titoli sovrani degli Stati più forti sotto il profilo finanziario – ha aggiunto l’esperta – É chiaro che questa dinamica strettamente economica pone un problema politico che la Bce deve risolvere davanti ai mercati per dare credibilità al suo piano».

Anche perché in assenza di credibilità, la volatilità resta e la potenza dell’annuncio svanisce. Infine, nella visione di Credit Suisse asset management, il piano dovrà essere duraturo. «La Bce deve mettere sul piatto una misura permanente, pronta all’uso in caso di necessità senza troppi cavilli e lacci che rischiano di depotenziare l’efficacia dello strumento». Tutto questo dovrà infine essere comunicato al meglio affinché non ci siano dubbi sulla capacità di intervento della Bce sullo spread dei Paesi deboli.

La comunicazione è tutto

Detta in altri termini, nulla deve essere lasciato al caso. Soprattutto la comunicazioni di un nuovo strumento che serve a stabilizzare il mercato e quindi per definizione non deve avere zone d’ombra. «Questa volta sarà necessario il massimo impegno nella comunicazione perché ne va della stessa efficacia del piano – ha aggiunto -. La sola comunicazione dell’esistenza di un piano di azione comunitario deve avere il suo effetto sui mercati. E perché ciò avvenga è necessario che tutti i fattori che costituiscono la base del piano e della sua utilizzazione siano chiari».

Lo scenario italiano

É in questo contesto che va inquadrata la crisi politica italiana che rischia di pesare sul futuro del debito.
Peraltro in una situazione di progressivo aumento dei tassi d’interesse in funzione del contenimento dell’inflazione che ha ormai raggiunto livelli che non si vedevano da anni. «E’ stato lungimirante l’allungamento della scadenza media del debito pubblico italiano a sette anni limitando la sensibilità alla variazione dei tassi di breve periodo – ha precisato Guglielmetti -. Inoltre ormai il 77% circa dei titoli di Stato italiano sono a tasso fisso. In questo contesto, secondo le nostre stime, con gli attuali livelli di crescita stimata per il prodotto interno lordo, il debito italiano è sostenibile fino a tassi del tre per cento». In aggiunta, per la banca svizzera, «i rendimenti attuali sono troppo alti dal punto di vista della sostenibilità del debito. Per mantenere stabile il rapporto fra il debito pubblico e il pil italiano stimiamo che sia necessario mantenere il costo medio di finanziamento al di sotto della soglia del 3%».

Nell’immediato non si può escludere però il rischio di una fiammata del differenziale fra Bund e Btp a causa dell’incertezza politica. Perché è indubbio che sui mercati internazionali e per le istituzioni finanziarie mondiali il nome di Mario Draghi è la garanzia del rispetto dei paletti imposti all’Italia. Anche di quelli che dovrebbero arrivare con il piano antispread. Proprio per questa ragione, sul mercato c’è chi teme che giovedì la Lagarde possa prendere tempo per vedere cosa accade in Italia. Con tutti gli annessi e connessi sia per lo spread che per il mercato dei titoli di Stato italiani.

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