Si addensano le nuvole sull’Italia, Pil in flessione per il secondo mese di fila
Il Prodotto interno lordo italiano, a luglio, cala ancora: è il secondo mese consecutivo che la stima del Pil mensile.Per il secondo mese in flessione il Pil
Se fosse un giallo saremmo al secondo indizio. Il Prodotto interno lordo italiano, a luglio, cala ancora: è il secondo mese consecutivo che la stima del Pil mensile del nostro Paese segna una flessione. Lo scorso mese, secondo l’analisi elaborata dalla Fondazione Tor Vergata – diretta da Beniamino Quintieri, attraverso il suo Osservatorio Faini creato in collaborazione con il Mef – e visionata dall’Adnkronos, il Pil italiano ha segnato una perdita dello 0,7% rispetto a giugno. Alla flessione si accompagna anche una revisione al ribasso del dato di giugno: -0,5% rispetto a maggio invece di -0,4% come da prima analisi.
Rivista invece al rialzo la stime dei mesi di aprile, maggio e giugno grazie all’inclusione della stima preliminare del Pil Istat pari all’1,0% t/t nel secondo trimestre. Più che dimezzata invece la stima su base tendenziale rispetto a maggio: si passa dal 3,1% di due mesi fa all’1,5% di luglio. A incidere pesantemente sulla flessione del Pil italiano è la riduzione della fiducia delle imprese e il crollo della produzione industriale rispetto a giugno.
Chi soffre di più
Escludendo i beni energetici per ovvi motivi, il settore che soffre di più, con l’inflazione che galoppa e i prezzi che si alzano, è quello dei beni strumentali. Ha beneficiato ancora della spinta arrivata tra febbraio e aprile, invece, la produzione industriale nei risultati complessivi del secondo trimestre. Da aprile a giugno, infatti, è cresciuta in modo significativo: +1,2% rispetto al primo trimestre dell’anno, un dato in controtendenza rispetto alla flessione dello 0,9% che, invece, era stata individuata da gennaio a marzo rispetto all’ultimo trimestre del 2021.
Tuttavia il deterioramento delle condizioni generali dell’economia italiana è certificato dagli indici Pmi settoriali, scesi sotto la soglia di espansione dei 50 punti a causa della flessione degli ordini e della produzione e della zavorra dell’inflazione. E anche le indagini Istat di luglio sulla fiducia di consumatori e imprese tratteggiano un’innegabile clima di sfiducia e un quadro macroeconomico in rapido peggioramento. La fiducia dei consumatori ha fatto un ulteriore passo indietro ed è al livello più basso da maggio 2020 (94,8), mentre quella delle imprese manifatturiere (106,7) e dei servizi di mercato (104,1) è tornata indietro ai livelli registrati a maggio dell’anno scorso.
Barbieri rassicura
«L’indicatore mensile del Pil a luglio è sceso per il secondo mese consecutivo, principalmente a causa della diminuzione in corso della produzione industriale», ha commenta Riccardo Barbieri, Capo Economista del Tesoro, provando ad analizzare la situazione complessiva. Innegabile però il peggioramento. «L’andamento osservato in Italia è coerente con il peggioramento di indicatori mensili quali i Pmi in tutte le economie avanzate, ma è stato probabilmente aggravato dalla risposta delle imprese italiane al nuovo rialzo dei prezzi dell’energia. Se i tagli alla produzione sono stati in parti finalizzati a smussare i picchi di prezzo di gas e elettricità – ha continuato Barbieri – potrebbe esserci spazio per un rimbalzo della produzione in autunno, ma ciò richiederà una moderazione dei prezzi energetici e un ciclo internazionale non troppo sfavorevole. In ogni caso, per ora la previsione ufficiale di crescita del Pil nel 2022 (+3,1%) tiene».