L’ex numero uno di Francoforte Trichet promuove la Meloni
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Economia Mar 04 ottobre 2022

L’ex numero uno di Francoforte Trichet promuove la Meloni

Secondo l’ex presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet la premier in pectore Giorgia Meloni non costituisce preoccupazione. L’ex numero uno di Francoforte Trichet promuove la Meloni JEAN CLAUDE TRICHET
Redazione Verità&Affari
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Il numero uno della Bce su Meloni

Dal fronte europeo arriva una nuova imprevista ed autorevole apertura di credito al governo di centrodestra. Secondo l’ex presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet la premier in pectore Giorgia Meloni non costituisce fonte di preoccupazione. «Se i comportamenti del nuovo governo saranno allineati con le più recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni – ha detto Trichet – il corso politico italiano sarà contrassegnato dalla continuità, con riferimento all’Europa e in generale alle vicende internazionali compresa la guerra».

L’ex presidente Bce, in una intervista rivela che presso gli ambienti finanziari internazionali, i mercati e i decision maker «l’impressione fortissima è quella che non ci sarà una rottura netta». «C’è anche la convinzione – ha detto Trichet – che l’Italia continuerà il corso rigoroso di finanza pubblica condotto con il governo Draghi. Questo, ripeto, sempre che tutto vada secondo le ultime intenzioni espresse dalla Meloni». La convinta apertura di credito ad un governo espressione delle forze conservatrici che hanno vinto le elezioni viene proprio dall’uomo che da presidente della Bce firmò nell’agosto 2011, con quello he di lì a poco sarebbe stato il suo successore, cioè Mario Draghi una lettera accorata in cui chiedevano che l’Italia adottasse subito drastiche misure di risanamento per rimettersi in carreggiata.

Da quel giorno sembrano passate ere geologiche. «Ora sono un libero pensatore» puntualizza dal suo ufficio di presidenza della Academie des sciences morales et politiques a Parigi. «Con Mario Draghi – racconta Trichet – abbiamo collaborato tanto, fin da quando eravamo direttori generali ai rispettivi Tesori. Abbiamo fatto riforme insieme, lavorato al Trattato di Maastricht, e ancora quando ero presidente della Banca centrale europea e lui era un membro influente del consiglio dei governatori». «Di Draghi – ha concluso – ho sempre apprezzato la profonda competenza».

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