Vino, per Angelini Wines serve un piano sul turismo - V&A
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EconomiaPrimo pianoVino Dom 15 gennaio 2023

Vino, altro che allarme sulle etichette. Nicoletto (Angelini Wines): subito un piano sul turismo

Più che nuocere alla salute, le etichette sul vino danneggiano l'economia. C'è bisogno di un progetto ampio per il turismo italiano Vino, altro che allarme sulle etichette. Nicoletto (Angelini Wines): subito un piano sul turismo Ettore Nicoletto
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Più che alla salute, le etichette sulle bottiglie rischiano di nuocere all’economia europea

Soprattutto italiana e francese, in campo enologico e turistico, due settori che possono essere un grande volano di sviluppo. Ne è convinto Ettore Nicoletto, presidente e amministratore delegato della Angelini Wines & Estates. Azienda che gestisce 1.700 ettari di proprietà, dei quali 460 vitati, con una produzione da circa 4 milioni di bottiglie l’anno (gruppo Angelini Industries). Da una vita nel mondo del vino, Nicoletto è da sempre in prima linea nella difesa del patrimonio vitivinicolo italiano e oggi è anche vicepresidente del gruppo vini di Federvini e membro del Comité Européen des Entreprises Vins. 

Dal suo punto di vista, la decisione dell’Irlanda di segnalare in etichetta i rischi legati al consumo di bevande alcoliche non solo è una ingiustificata fuga in avanti, ma è soprattutto un’anomalia perché non fa distinzioni sotto il profilo delle quantità. “In questa versione, non c’è differenziazione fra abuso e consumo moderato. – spiega – Ed è noto che anche nei consumi c’è una differenza fra i Paesi del Nord e quelli del Sud, dove il vino fa parte di una regolare alimentazione mediterranea”. Sulla falsariga di questa posizione, si potrebbe osservare infatti che non c’è alimento che non possa far danno alla salute se assunto in grosse quantità: dai formaggi al caffé, dallo zucchero fino alle carni rosse perché, come ricordava Aristotele, la moderazione resta l’unico segreto di un’alimentazione corretta ed equilibrata.  

Preoccupa il silenzio assenso dell’Unione

La questione non è da poco soprattutto rispetto ad un tema che non solo interessa il mondo del vino ma che inevitabilmente coinvolge anche quello del turismo, soprattutto in Italia. “E’ una impostazione preoccupante ed incomprensibile. Anche perchè, nel settembre 2022, il vino è stato escluso dai warning sulle sostanze nocive per la salute nella lotta contro il cancro con una posizione che è stata approvata a larga scala” aggiunge.

Per non parlare del fatto che la decisione dell’Irlanda dovrà ora essere anche sottoposta al vaglio dell’Organizzazione del commercio mondiale. “Che cosa accadrà? Si faranno delle etichette appositamente per esportare in Irlanda?”. Domanda legittima.

In sintesi, fra gli addetti ai lavori, l’impressione è che, ancora una volta, l’Europa si stia dando la zappa sui piedi con una divisione interna che nuoce al sistema economico dell’intero Vecchio continente. Con il Sud (Spagna, Francia e Italia) che si battono a favore di produzioni vinicole famose in tutto il mondo ed il Nord che invece è più interessato alla birra o magari spinge semplicemente su altri settori. 

Eppure i numeri dell’economia del vino sono decisamente di tutto rispetto

Solo in Italia la prodizione vinicola ha un giro d’affari fra i 14 e i 15 miliardi di euro l’anno e dà lavoro a migliaia di addetti. A livello europeo, sulla base dei dati del Comité Européen des Entreprises Vins, il Vecchio continente rappresenta il 70% della produzione mondiale di vino con oltre 3 milioni di ettari coltivati. Non solo.

L’Europa ha il primato indiscusso nell’export dell’agrifood con oltre 17 miliardi di esportazioni extra-Ue registrati nel 2021. Anche a dispetto della crisi. In totale il settore impiega direttamente oltre 3 milioni di persone. Numeri che la dicono lunga sulla necessità di preservare e potenziare un settore legato a doppio filo con l’industria del turismo. 

L’appello al governo: salvaguardare il sistema economico e progettare il futuro

In una fase così delicata per l’economia è importante evitare scivoloni soprattutto in settori che possono rappresentare un volano di crescita e sviluppo sostenibile per il Paese. Secondo Nicoletto, bene ha fatto il governo Meloni a prendere posizione sulla questione etichette in Europa per tentare di arginare i danni. Ma in futuro di può fare di più, grazie anche ai fondi del Pnrr in arrivo.

“L’Italia ha una straordinaria capacità di attrazione turistica – sottolinea il top manager – Il settore enogastronomico ne è parte integrante dell’offerta e della bellezza dei territori. E credo che sia ancora sottosviluppata rispetto alle sue enormi potenzialità. Considerata anche l’opportunità del Pnrr, ci vorrebbe un vero e proprio masterplan del turismo che includa anche il vino e la gastronomia”.

“L’Italia ha eccellenze diffuse di prodotti autoctoni che vanno valorizzate e che costituiscono un vantaggio competitivo – conclude -. Da qui confido il governo ripartirà per dare nuovo slancio al settore”. Con in più il vantaggio di un beneficio diffuso sui territori, anche quelli lontani dai flussi turistici più consistenti. 

 

 

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