Comunità energetiche tra incentivi e contributi a fondo perduto
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AperturaEnergia Mer 15 marzo 2023

Comunità energetiche, incentivi e contributi a fondo perduto per vincere la transizione green

Il governo italiano punta su due misure per le comunità energetiche: un incentivo in tariffa e un contributo a fondo perduto. Comunità energetiche, incentivi e contributi a fondo perduto per vincere la transizione green Pannelli solari
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Cosa sono e i contributi per le comunità energetiche

Le comunità energetiche che distribuiscono elettricità prodotta da fonti rinnovabili potrebbero costituire la soluzione più innovativa per la transizione verso un sistema energetico sostenibile. La scommessa è reale e i numeri di una ricerca effettuata dal Politecnico di Milano parlano da soli: entro il 2026 ci potrebbero essere oltre un milione e mezzo di utenti già allacciati a comunità energetiche con una produzione che, nel 2030, potrebbe raggiungere i 52 gigawatt. Che sarebbe la potenza prodotta da 20 centrali nucleari.

 In Italia, al momento, ci sono solo un centinaio di comunità energetiche, poche rispetto ad altri paesi europei, che dovrebbero moltiplicarsi,  da qui al 2027, grazie ai fondi del Pnrr (2,2 miliardi). L’obiettivo dichiarato dal ministro dell’ambiente Gilberto Pichetti Fratin è di arrivare a quota quindicimila.

I piani del governo per le comunità energetiche

La proposta del decreto del governo italiano che deve essere approvata dalla Ue è incentrata su due misure: un incentivo in tariffa e un contributo a fondo perduto del 40% ma solo per i comuni sotto i 5mila abitanti. Chi invece sta in una grande città potrà associarsi in una comunità energetica per ottenere una tariffa incentivante sulla quota di energia prodotta.

In questo caso la potenza finanziabile è pari a complessivi 5Gw, con un limite temporale fissato a fine 2027.  Il tetto per  le spese ammissibili (dalla fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo ai collaudi tecnici e/o tecnico amministrativi) in caso di richiesta del contributo a fondo perduto, è di 1.500 euro per kilowatt per impianti fino a 20 Kw. La cifra scende a 1.200 euro per Kw per impianti di potenza superiore a 20 Kw e fino a 200 Kw. Si va poi a 1.100 euro per Kw per potenze superiori a 200 Kw e fino a 660 Kw e a 1.050 euro per impianti di potenza superiore a 600 Kw e fino a 1.000 Kw. E poi ovviamente c’è la possibilità di ottenere uno sgravio fiscale al 50% dei costi sostenuti per 10 anni.

In realtà le comunità energetiche potrebbero essere anche molto altro come ci ha spiegato Gianluca Corbellini ad e fondatore di Hive Power.“Abbiamo realizzato un software che è in grado di ottimizzare tutta l’elettricità prodotta nelle comunità energetiche” ha spiegato Gianluca Corbellini. “Analizzando continuamente i dati di input, come le previsioni meteo, i mercati energetici, i profili di consumo e il comportamento degli utenti con algoritmi di intelligenza artificiale riusciamo a ridurre i picchi di produzione  e a programmare l’utilizzo di elettrodomestici e caricabatterie  per le auto quando c’è maggiore  disponibilità di  energia fotovoltaica” ha agiunto.

Come è nata Hive Power?

“Siamo una startup composta da 15 persone. Siamo nati in Svizzera nel 2017 perché in quel paese le comunità energetiche sono già molto presenti. Ora operiamo anche in Italia con le utilities e con alcuni comuni che hanno già fatto partire progetti di comunità energetica”.

Per un condominio è possibile?

“Si certo ma la burocrazia è molto complessa. La prima cosa da fare è costituire la comunità e realizzare uno statuto che sancisce diritti e doveri dei singoli partecipanti. Al momento comunque sono i comuni medio piccoli che stanno portando avanti progetti del genere perché sono più agili a livello decisionale. Inoltre dispongono di edifici grandi che danno la possibilità di istallare molti panelli producendo così più energia”.

Un esempio di comunità energetica?

“Vicino a Lugano c’è un paesino dove, sul tetto della scuola, c’è un impianto da 30Kw che produce 35mila kilowatt all’anno. La scuola non è sempre aperta e quindi abbiamo creato una comunità energetica che collega 18 abitazioni con risparmi di energia e vantaggi per tutti”.

Le difficoltà in Italia?

“Non particolarmente evidenti se non burocratiche. Infatti per realizzare le comunità energetiche basta che gli edifici che vogliono partecipare al progetto siano collegati alla stessa cabina primaria per la distribuzione dell’energia. E la società di Enel che se ne occupa, E-distribuzione, fornisce il servizio all’85% del territorio”.

Quanto costano

“La scarsità di componenti è finita e i prezzi dei pannelli e degli inverter stanno scendendo. Un impianto da 6kw potrebbe costare intorno ai 10mila euro. Ancora costose sono le batterie di accumulo (1000 euro a Kw ndr) ma anche qui i prezzi stanno scendendo”.

Il problema del fotovoltaico

“Vero ma ci sono altre fonti rinnovabili che possono fornire energia come le centrali idroelettriche, quelle a biomassa e l’eolico. Inoltre al nord Europa viene prodotta molta elettricità con le pale eoliche specie d’inverno grazie al forte vento mentre al sud in estate c’è molta produzione con il solare. L’integrazione di tutti i sistemi disponibili è  la strada che porterà al vero cambiamento”.

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