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EnergiaPrimo piano Ven 06 gennaio 2023

Descalzi (Eni): più collaborazione con l'Africa per sviluppare il settore energia

Per il numero uno dell'Eni Claudio Descalzi serve più collaborazione con l'Africa per sviluppare il settore dell'energia in Europa Descalzi (Eni): più collaborazione con l'Africa per sviluppare il settore energia
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Più collaborazione con l’Africa nell’energia

Una maggiore collaborazione con i Paesi africani in ambito energetico dà la possibilità di un nuovo ‘asse Sud-Nord’ in grado di connettere le abbondanti risorse del continente africano in termini di rinnovabili e fonti tradizionali con il mercato europeo bisognoso di energia. Lo afferma l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, in un’intervista al Financial Times. “Noi non abbiamo energia, loro ce l’hanno. Noi abbiamo un grande sistema industriale, loro lo stanno sviluppando. C’è una grande complementarità”, dice Descalzi. Riguardo all’aumento delle forniture di gas dai Paesi africani partner di Eni dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e la conseguente riduzione dei flussi in arrivo dalla Russia Descalzi sottolinea come Eni sia stata in grado di ottenere queste opportunità perché “ha investito molto in Africa in un periodo in cui nessun altro investiva”.

Bioraffinazione da hub agricoli africani

Descalzi, parlando al quotidiano inglese, segnala anche che i nuovi progetti oil&gas, se sviluppati in tempi rapidi, possono mettere a disposizione dei Paesi africani un flusso di entrate da reinvestire in progetti legati alle energie pulite. Eni, ad esempio, ha effettuato a settembre 2021 una scoperta petrolifera nell’offshore della Costa d’Avorio e ne ha intrapreso uno sviluppo rapido con l’obiettivo di avviarne la produzione nel primo semestre del 2023. Le emissioni dal campo e l’energia utilizzata per le attività saranno neutralizzate e controbilanciate da progetti di conservazione delle foreste e di energia pulita per le case che ne faranno il primo progetto legato agli idrocarburi a zero emissioni nette in Africa, dice Descalzi. Tutto il gas associato alla produzione petrolifera del giacimento sarà utilizzato a livello locale per la produzione di energia elettrica. In Kenya, inoltre, Eni a luglio ha iniziato a processare oli vegetali come feedstock per le proprie bioraffinerie e il primo carico e’ partito per l’Italia a ottobre. In Italia al momento Eni ha due bioraffinerie (Venezia e Gela) che producono biocarburanti. Entro il 2025 la compagnia prevede di rifornirsi per il 35% del proprio feedstock di bioraffinazione da hub agricoli africani. La produzioni avvengono in terre marginali che non interferiscono con i feedstock alimentari e, secondo Descalzi, potranno diventare il ‘nuovo usptream’.

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