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AperturaEnergia Ven 05 maggio 2023

Enel: Norges voterà contro Scaroni, le possibili conseguenze sul titolo

Il più grande fondo sovrano mondiale sceglierà Mazzucchelli. I norvegesi hanno il 2,2% ma hanno mandati con molti altri fondi che potrebbero disinvestire Enel: Norges voterà contro Scaroni, le possibili conseguenze sul titolo ENEL LOGO
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Norges boccia Scaroni per il vertice Enel

La mossa di Norges rischia di creare problemi seri per Enel e per il Tesoro. Il fondo sovrano norvegese, il più grande fondo sovrano mondiale, ha dichiarato infatti che non voterà per il candidato presidente della lista del Tesoro, Paolo Scaroni. Ma per Marco Mazzucchelli, indicato come presidente nella lista presentata dal fondo Covalis. Norges, che ha annunciato le sue intenzioni di voto per l’assemblea del 10 maggio sul proprio sito, non ha fornito spiegazioni per la scelta.

Effetti a catena

Al momento, le probabilità che Scaroni venga eletto sono ancora alte, con il Tesoro che è al 23% del capitale e i diritti di voto sterilizzati al 3% per gli altri azionisti. Lo scenario più probabile, al momento, è quello di un voto massiccio dei fondi per la lista presentata da Assogestioni. Ma il problema per Enel è per la tenuta del titolo in caso di elezione di Scaroni alla presidenza. Norges detiene il 2,2% di Enel a fine 2022 (ultimo dato disponibile). E, in caso di una elezione di Scaroni alla presidenza, potrebbe decidere di dismettere la partecipazione. In questo caso, spiegano fonti di mercato, anche i fondi che hanno mandati di gestione di Norges potrebbero decidere di dismettere la partecipazione. 

Il nodo della “non indipendenza”

Lo statuto di Enel prevede un voto separato per il presidente. E qui il problema è rappresentato dalla qualifica di Scaroni come “non indipendente”. La non indipendenza è stata dichiarata dallo stesso Scaroni, che in passato è stato amministratore delegato di Enel dal 2002 al 2005. Non è chiaro per quali ragioni si ritenga lui stesso non indipendente, dato che le norme prevedono questa classificazione in caso di incarichi nei tre anni precedenti mentre dall’uscita di Scaroni da Enel ne sono trascorsi ben 18.

Successivamente, lo stesso Scaroni ha chiesto un parere all’avvocato romano Andrea Zoppini per certificare che è comunque indipendente e il consiglio di Enel può in ogni caso classificarlo indipendente pur con l’autocertificazione che dichiara il contrario. Zoppini, tra l’altro, come rivelato da questa testata è stato anche consulente di Covalis proprio per Enel, almeno fino alla fine di marzo.

L’indicazione di Scaroni per la presidenza di Enel ha suscitato più di una preoccupazione in ambienti occidentali. Soprattutto per il suo ruolo negli accordi per le forniture di gas dalla Russia durante la fase nella quale è stato alla guida di Eni. 

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