Famiglie e imprese «ricattate» per le bollette, aperta un'inchiesta
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EnergiaPrimo piano Sab 22 ottobre 2022

Famiglie e imprese «ricattate» per le bollette, aperta la prima inchiesta: cosa può succedere

Alla fine la Procura capitolina potrebbe aprire un’indagine penale su spinta del Codacons. Nel mirino c’è l’atteggiamento dei fornitori Famiglie e imprese «ricattate» per le bollette, aperta la prima inchiesta: cosa può succedere Contatori dell'elettricità
Marco Vassallo
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Marco Vassallo

L’indagine delle società energetiche

Alla fine la Procura di Roma potrebbe aprire un’indagine penale su spinta del Codacons. Nel mirino c’è l’atteggiamento dei fornitori di energia. Nelle ultime settimane tante famiglie e attività sono tempestate da lettere o mail da queste società che comunicano modifiche unilaterali delle tariffe rispetto a quanto c’è scritto sul contratto. O annunciano addirittura la  risoluzione del contratto “per eccessiva onerosità sopravvenuta della prestazione”. Sembrerebbe l’inevitabile scotto della crisi energetica, ma c’è qualcosa che non torna. Primo: la proposta di modifica va contro il Decreto aiuti bis che impedisce alle compagnie l’aumento. Secondo: alcune società energetiche imputano gli aumenti alla crisi del gas, quando nelle loro promozioni affermano che la loro corrente viene da rinnovabili.

L’indagine chiesta dal Codacons

Ha spiegato il Codacons che “il contenuto di tali comunicazioni appare non solo in palese contrasto con il decreto Aiuti bis, ma anche ingannevole, poiché evidenzierebbe l’impossibilità di fornire energia elettrica al prezzo contrattualmente stabilito a causa dell’aumento del prezzo del gas naturale, in espressa contraddizione con le affermazioni diffuse nei messaggi promozionali, secondo le quali l’energia elettrica venduta proverrebbe esclusivamente da fonti rinnovabili”. L’indagine che si chiede di aprire verterà sui comportamenti delle società dell’energia per interruzione di pubblico servizio e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Allo stesso tempo l’Antitrust chiede l’adozione di misure cautelari urgenti volte a bloccare pratiche scorrette che stanno arrecando enormi danni economici agli utenti.

Il lavoro dell’Antitrust

Questa notizia arriva dopo giorni in cui l’Antitrust sta indagando sull’atteggiamento dei fornitori. Ecco perché  l’Autorità ha avviato 4 procedimenti istruttori – e altrettanti sub-procedimenti cautelari – nei confronti di quattro importanti società fornitrici di energia e gas naturale sul mercato libero: sono Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti. Ma l’attenzione è su almeno altre 25 società. Anche secondo l’Autorità la proposta di modifica della tariffa si scontra contro quanto detto nel Decreto. Cioè il prezzo deve rimanere fermo fino al 30 aprile 2023, e non c’è clausola contrattuale che possa aumentare l’importo delle famiglie. Assoutenti è sulle stesse posizioni. E, nell’attesa di provvedimenti,  sta preparando una azione inibitoria per chiedere ai giudici di sospendere qualsiasi pratica che produca danno dei consumatori.

L’interrogazione parlamentare sulle cauzioni

Il web e le mail redazionali, in effetti di denunce, anche di imprenditori. Alcuni di questi hanno sollevato la questione di un altissimo deposito cauzionale sull’energia che alcuni fornitori avrebbero richiesto alle loro attività. Pena del mancato pagamento entro termini stretti, la rescissione del contratto. Le segnalazioni, concentrate soprattutto in Liguria, hanno attirato l’attenzione del Movimento 5 stelle che tramite la capodelegazione Tiziana Beghin ha depositato all’Europarlamento un’interrogazione urgente.

“Nell’imporre queste condizioni vessatorie – prosegue ha spiegato l’europarlamentare – i fornitori di energia sono consapevoli dell’impossibilità per i clienti di stipulare nuovi contratti di fornitura a condizioni migliori di quelle a cui già hanno accesso, dal momento che esse derivano da contratti negoziati prima dell’emergenza energetica. Poiché in Italia stanno operando in questa maniera, chiediamo dunque alla Commissione se non ritenga opportuno investigare sull’esistenza di un cartello a norma dell’articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea”.

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