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EnergiaIn evidenza Sab 15 aprile 2023

La Germania dice addio al nucleare e punta a chiudere le centrali a carbone entro il 2038

Oggi 15 aprile chiudono le ultime 3 centrali nucleari della Germania. Anche se la maggioranza dei tedeschi non è d'accordo La Germania dice addio al nucleare e punta a chiudere le centrali a carbone entro il 2038
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

La Germania dice addio al nucleare

Oggi è un giorno storico per la Germania. Dopo 62 anni, chiudono le ultime tre centrali nucleari rimaste accese (Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2) e il paese dà l’addio definitivo all’atomo. Una decisione che viene da lontano. Il primo ad affrontare la questione nucleare in modo piuttosto incisivo fu il cancelliere Gerhard Schröder alla fine degli anni Novanta, quando con il proprio governo sostenuto dai Socialdemocratici e dai Verdi decise la chiusura di tutti i reattori nucleari tedeschi entro il 2022.

Il piano fu rivisto alla fine del 2010 dalla cancelliera Angela Merkel, la cui coalizione guidata dai conservatori decise di estendere di 12 anni la scadenza. Ma poi, nel 2011, il gravissimo incidente nucleare di Fukushima in Giappone convinse la riluttante Merkel a ritornare al piano originario di Schröder: tutti i reattori avrebbero dovuto chiedere entro il 2022, eliminando quindi il rinvio approvato pochi mesi prima.

Un breve prolungamento per la guerra in Ucraina

Dopo un lungo confronto all’interno della coalizione e qualche ripensamento, infine, il cancelliere Olaf Scholz a ottobre 2022 aveva annunciato che le tre centrali nucleari non sarebbero state chiuse a fine anno, ma che avrebbero continuato a funzionare fino ad aprile 2023, in modo da superare la stagione fredda senza i possibili imprevisti legati alla guerra in Ucraina.

Gli effetti della riduzione dei reattori attivi e della guerra in Ucraina sono evidenti nei dati sulle fonti utilizzate dalla Germania per produrre energia elettrica nel terzo trimestre del 2022, l’ultimo per il quale i dati sono disponibili. Il 31,9% di energia elettrica è derivato dalle centrali a carbone, con un aumento del 13% rispetto all’anno precedente. L’energia elettrica da nucleare è passata dal 14,1% del 2021 al 7,4% del 2022, mentre il gas naturale è passato da 8,8 a 9,2%. Nel complesso la Germania ha prodotto il 55,6% della propria energia elettrica da fonti tradizionali, mentre il 44,4% dalle rinnovabili, soprattutto eolico (16,8%) e solare (16%).

Il 59% dei tedeschi contro lo spegnimento delle centrali nucleari

La decisione dello spegnimento dell’atomo non è ben vista da tutti i tedeschi. Anzi, stando a un sondaggio dell’emittente radiotelevisiva Ard, il 59% dei tedeschi ritiene sbagliato l’abbandono definitivo dell’energia nucleare, mentre il 34% è favorevole alla decisione del governo federale. Sono soprattutto gli elettori di Verdi e Partito socialdemocratico tedesco a sostenere questa decisione, con rispettivamente l’82 e il 56%. Tra quanti votano il Partito liberaldemocratico (Fdp), i contrari sono invece al 65%. Gli elettori di Unione cristiano-democratica (Cdu) e Unione cristiano-sociale (Csu) si oppongono all’83%. La quota scivola all’81% tra i sostenitori di Alternativa per la Germania (Afd).

Bisogna spingere sull’eolico dice Scholz

D’ora in avanti si dovranno installare “da quattro a cinque turbine eoliche al giorno” nei prossimi anni per coprire il fabbisogno energetico tedesco, ha avvertito il cancelliere Scholz. Il Paese, infatti, pur avendo compiuto progressi significativi nello sviluppo delle rinnovabili, ha visto uno stallo negli investimenti sugli impianti green negli ultimi anni.

“La Germania era stata leader mondiale nell’eolico onshore, ma nel periodo 2017-2021 ha installato solo circa un terzo della capacità raggiunta nei quattro anni precedenti”, si legge in un report del think tank Ember. “Le cause principali di questo rallentamento sono state la mancanza di terreni per gli impianti, l’incertezza degli investitori e le lente procedure di concessione delle licenze”, sottolinea il rapporto.

Un taglio netto alla burocrazia

Per questo il governo ha deciso di tagliare la burocrazia per accelerare le concessioni e la crescita dell’eolico. Ma la sfida è ardua. E lo è ancora di più se si considera l’obiettivo di chiudere tutte le centrali elettriche a carbone del paese entro il 2038, molte delle quali entro il 2030. Oggi coprono circa un terzo della produzione di elettricità in Germania. Inoltre, pur avendo avviato in tempi record la costruzione di terminali per il gas naturale liquefatto, gli esperti nutrono dubbi sul fatto che il Gnl possa compensare (in quantità, ma soprattutto in termini di costi) la riduzione del gas russo.

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