Raffineria di Priolo, Lukoil tratta la vendita con un fondo Usa - V&A
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Energia Gio 01 dicembre 2022

Raffineria di Priolo, Lukoil riprende i colloqui per venderla a un fondo americano

Sono ripresi i colloqui per la cessione della raffineria Isab di Priolo, proprietà di Lukoil, al fondo americano Crossbridge. Raffineria di Priolo, Lukoil riprende i colloqui per venderla a un fondo americano RAFFINERIA ISAB ENERGY CARBURANTI SICILIA
Redazione Verità&Affari
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Il destino di Priolo

Sono ripresi i colloqui per la cessione della raffineria Isab di Priolo, proprietà di Lukoil, al fondo di private equity statunitense Crossbridge Energy Partners. Ma se russi e americani non troveranno l’accordo, nessuna soluzione è esclusa, nemmeno la nazionalizzazione dell’impianto, come ha detto oggi il governatore della Regione Siciliana Renato Schifani.

Intanto è attesa tra qualche ora la decisione del governo sull’amministrazione fiduciaria. “Una soluzione tampone, provvisoria, per impedire il blocco delle macchine e dell’attività e la conseguente catastrofe occupazionale”, ha detto Schifani durante le sue dichiarazioni programmatiche davanti all’Assemblea regionale. “E’ una decisione importante che consentirà eventualmente la vendita della Lukoil. In assenza di possibili acquirenti, però, non si può escludere la nazionalizzazione”.

Le trattative sulla cessione sembravano essere finite in una strada senza uscita, ma proprio oggi il Financial Times ha rivelato che l’opzione di un passaggio di mano da Lukoil al fondo Crossbridge Energy Partners non è ancora tramontata. Gli americani valuterebbero la raffineria di Priolo, in provincia di Siracusa, da 1 a 1,5 miliardi di euro.

I colloqui tra le parti, iniziati nel corso del 2022, avevano subito un’accelerazione alla fine dell’estate, quando i manager di Crossbridge avevano condotto una due diligence di 12 giorni nell’impianto siciliano.  L’operazione potrebbe essere finanziata dal trader di commodity olandese Vitol, che siglerebbe un accordo con Crossbridge per fornire greggio alla raffineria Isab e ritirare i prodotti della raffinazione. Nel caso in cui fallisse l’opzione Vitol potrebbe entrare in campo il trader svizzero Trafigura, anch’esso interessato al dossier.

L’operazione dovrà comunque passare al vaglio del governo Meloni, che potrebbe decidere di acquistare una quota di minoranza nella società svizzera attraverso la quale Lukoil controlla la raffineria, per poter poi esercitare un controllo sull’impianto.

Cosa succede da lunedì

Il problema sono i tempi. Da lunedì entrerà in vigore l’embargo europeo sul petrolio russo, e la raffineria di Priolo rischia di rimanere a secco. Con un grave danno per l’economia locale (10 mila posti di lavoro a rischio) ma non solo, visto che Priolo copre il 20% del fabbisogno nazionale.

L’impianto è la seconda raffineria più grande d’Italia. Prima della guerra importava il petrolio da tutto il mondo e la Russia rappresentava solo il 30% delle sue forniture. Dopo l’invasione dell’Ucraina, però, benché non sia soggetta formalmente a sanzioni, la raffineria non è più riuscita a ottenere finanziamenti da parte delle banche occidentali e ha dovuto per forza di cose orientarsi quasi esclusivamente sul mercato russo.

Risultato: Mosca ora fornisce il 90% del greggio lavorato dalla raffineria, ma da lunedì, grazie alle sanzioni europee, nemmeno questo petrolio sarà disponibile.

 

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