Saipem trova il petrolio in Borsa. In attesa del Mozambico - V&A
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AperturaEnergia Lun 06 marzo 2023

Saipem ha trovato il petrolio a Piazza Affari. E adesso aspetta il Mozambico

La società di trivellazione Saipem è tra i titoli migliori a Piazza Affari. E adesso aspetta che ripartano i progetti in Mozambico Saipem ha trovato il petrolio a Piazza Affari. E adesso aspetta il Mozambico
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

La rivincita di Saipem su Eni e Tenaris

Rafforzata dall’aumento di capitale da 2 miliardi, Saipem sta sfruttando al meglio un mercato in piena espansione prendendosi la rivincita su Eni e Tenaris. I risultati del quarto trimestre diffusi dalle tre società dell’energia hanno legittimato il diverso passo dei titoli in Borsa nelle prime settimane 2023.

Da inizio gennaio, Eni e Tenaris sono intorno alla parità. Saipem guadagna invece il 36%. Una performance per nulla aiutata dall’andamento del petrolio e del gas. Il greggio WTI segna una flessione del 3% da inizio anno, il gas addirittura del 35%.

Ordini record per i prossimi due anni di Saipem

Il balzo degli ordini, nell’ultima parte dell’anno passato, è l’aspetto più qualificante delle comunicazioni trimestrali di Saipem. L’analista di Bloomberg, Will Hares afferma che i 6 miliardi di euro di nuove commesse arrivate tra ottobre e dicembre sono un ordine di grandezza che ha pochi paragoni nel settore e il secondo miglior trimestre della storia della società.

I 14 miliardi di ordini di tutto il 2022 sono da considerare “un indicatore positivo” per quest’anno  e il prossimo. I prezzi dell’energia restano relativamente alti e i colossi del settore, passata la fase più confusa ed incerta del conflitto in Ucraina, stanno accelerando sugli investimenti in ricerca e  sviluppo di nuovi giacimenti.

Saipem ha in programma di partecipare a gare per un totale di 51 miliardi di euro nei prossimi due anni. Secondo Hares dovrebbe ottenere contratti soprattutto nell’ingegneria offshore, nelle costruzioni in mare e nella perforazione di nuovi pozzi, mentre sarà meno rilevante la parte rinnovabili. Il portafoglio ordini non solo è record (24,4 miliardi), ma è anche solido: le pesantissime svalutazioni di fine 2021 sono state assorbite e archiviate. Per ultimo, c’è la possibile ripartenza del progetto in Mozambico che da solo vale 6 miliardi.

Il nuovo piano industriale di Eni

Eni invece ha presentato una trimestrale leggermente sotto le previsioni a livello di utile operativo ed ha annunciato un piano industriale al 2026 che alza i target di produzione di idrocarburi di lungo periodo. Il miglioramento si accompagna a una revisione al rialza degli investimenti del 15% in più del vecchio piano, secondo i calcoli di Barclays.

Per questa ragione, l’analista della banca inglese, Joshua Stone ha limato il target price a 17 euro. La raccomandazione resta overweight (sovrappesare) perché a Stone piace il piano di remunerazione dei soci. Eni ha promesso di girare agli azionisti il 25-30% del flusso di cassa operativo ed ha annunciato un aumento del 7% del dividendo 2023. “Questo porta a un rendimento da dividendo del 7%, il più alto del settore”. Altri analisti, tra cui quelli di Equita, segnalano nelle loro note, che le ipotesi del piano sono basate su un prezzo degli idrocarburi più alto dei valori attuali, soprattutto per quel che riguarda il gas.

Anche se un buon numero di banche d’affari ha confermato le raccomandazioni d’acquisto, il titolo è rimasto debole. Dal giorno dell’annuncio del piano Eni perde intorno al 4%, contro il +1,5% circa dell’indice Stoxx Energy. Parlando della reazione negativa della Borsa al piano, il ceo Claudio Descalzi aveva detto che i “risultati del 2022 sono super” e che “il discorso della strategy deve ancora essere digerito: non solo abbiamo aumentato il dividendo ma abbiamo cambiato la policy e l’investitore deve andare a casa e fare i calcoli”. Il mercato si è preso un paio di settimane per assimilare queste indicazioni strategiche.

I tubi di Tenaris hanno perso lo smalto

I numeri che Tenaris sono stati accompagnati da miglioramenti delle stime da parte degli analisti, impressionati sia dall’andamento dei volumi dei tubi speciali venduti (+21% anno) sia dal nuovo record di redditività. La società controllata dalla famiglia Rocca si aspetta una domanda ancora vivace nel 2023 e per fronteggiarla e ha quasi raddoppiato gli investimenti. La Borsa si è entusiasmata (+8% il giorno della presentazione) ma è durata poco, oggi il titolo è sui prezzi precedenti l’uscita della trimestrale ed ha chiuso febbraio con un calo del 3,5%, contro il +4,4% dell’indice di settore.

Nei primi due mesi del 2013, Tenaris non ha brillato, ma va detto che nel 2022 le azioni erano salite del 76%, dopo il + 40% nel 2021: dai minimi del 2020 il valore si è moltiplicato per quattro.

C’è inoltre un lieve indebolimento del contesto di mercato. L’attività della perforazione negli Stati Uniti, dopo il balzo del 2022, ha iniziato il 2023 con una perdita di interesse da parte della Borsa: il numero delle trivelle attive è sceso in queste settimane intorno a quota 600, sui minimi da settembre. Come segnalato di recente dal Wall Street Journal, molti giacimenti shale oil si avvicinano al limite massimo di sfruttamento e servono sempre più risorse per ottenere meno petrolio e gas rispetto agli anni passati.

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