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EuropaIn evidenza Dom 11 dicembre 2022

Corruzione, così Panzeri rassicurava l'ambasciatore del Marocco: "Ha fatto uno sforzo significativo per giustificarsi"

Un incontro "confidenziale" tra il consigliere di Pier Antonio Panzeri e l'allora ambasciatore del Marocco alla Ue. Corruzione, così Panzeri rassicurava l'ambasciatore del Marocco: "Ha fatto uno sforzo significativo per giustificarsi"
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Un incontro “confidenziale” tra il consigliere di Pier Antonio Panzeri e l’allora ambasciatore del Marocco alla Ue, per rassicurare il Marocco sulle reali intenzioni dell’allora europarlamentare alla vigilia di una visita in Algeria. È il contenuto di messaggio classificato come “urgente” e “confidenziale” che l’ambasciatore invia al ministro degli Esteri del regno, visionato da Verità&Affari. La nota fa parte del cosiddetto Marocco Leaks, una serie di documenti riservati pubblicati nel 2015. Panzeri, uscito dall’europarlamento nel 2019, è accusato di corruzione per la sua attività a favore di Qatar e Marocco.

I campi profughi

Siamo nell’ottobre del 2011 e Panzeri è co-presidente della commissione parlamentare mista Ue-Marocco e presidente della “Delegazione Maghreb” del Parlamento Ue. La visita di una delegazione del Parlamento europeo in Algeria prevede anche una tappa a Tindouf, regione desertica nel sud del paese dove si trovano i campi dei profughi saharawi. Fuggiti dal Sahara Occidentale dopo l’occupazione marocchina e oggetto di tensioni e scontri tra i due paesi confinanti da quasi mezzo secolo.

Il consigliere di Panzeri spiega la suo interlocutore che la visita ai campi profughi “è indispensabile” – scrive l’ambasciatore nella sua nota – per la credibilità di Panzeri di fronte agli algerini e al Polisario (l’organizzazione che si batte per l’indipendenza dell’ex Sahara spagnolo), dai quali è stato accusato di essere “pro-Marocco”

La data da evitare

Il “consigliere” rassicura che la visita a Tindouf non avverrà il 6 novembre, festa nazionale marocchina che ricorda il giorno, nel 1975, dell’occupazione da parte Marocco del Sahara occidentale. Una data dal forte valore simbolico, che avrebbe significato una rottura probabilmente insanabile con Rabat. E che per gli interessi del Marocco una visita ai campi profughi di Tindouf nell’ambito di una missione in Algeria ha una valenza diversa rispetto a una missione “dedicata” al tema del Sahara occidentale.

Messaggio rassicurante

Il messaggio di Panzeri è “rassicurante”, scrive l’ambasciatore al ministro. “L’interessato è estremamente consapevole della sensibilità della sua visita a Tindouf e dispiega uno sforzo significativo per giustificarsi e non compromettere i suoi legami con il Marocco”. Inoltre, “promette di tenere informata la missione (l’ambasciata, ndr.) dell’evoluzione del suo programma a Tindouf”.

L’ambasciatore chiude la sua nota raccomandando di “briffare” Panzeri sulla questione del Sahara occidentale quando questi si recherà in visita in Marocco, nei giorni immediatamente precedenti la missione in Algeria. 

Le dichiarazioni in Algeria

Le cose però non vanno nella direzione auspicata dal Marocco. Durante la sua visita in Algeria, Panzeri fa una serie di dichiarazioni di segno diametralmente opposto a quanto spiegato dal “consigliere”. L’ambasciatore lo comunica a Rabat il 23 novembre, di nuovo con una nota “urgente” e “confidenziale”. L’ambasciatore dice che il giorno successivo, il 24, ha già fissato un incontro con Panzeri e attende “indicazioni” dal ministro in vista dell’incontro stesso.

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