Gazprom stringe i rubinetti: «Prepariamoci allo stop totale del gas»
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Europa Mar 30 agosto 2022

Gazprom torna a stringere i rubinetti: «Prepariamoci allo stop totale del gas»

Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo. A lanciare l’allarme è la presidente Ue Ursula von der Leyen. Gazprom torna a stringere i rubinetti: «Prepariamoci allo stop totale del gas» Ursula Von Der Leyen
Redazione Verità&Affari
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L’allarme europeo sul gas

«Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo». A lanciare l’allarme è la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen intervenendo al Forum di Bled, in cui ha ricordato le misure Ue per liberarsi dal ricatto di Mosca. E se l’avvertimento non bastasse il colosso russo Gazprom ha informato Engie, l’utility francese dell’energia, di una riduzione imminente delle consegne di gas a causa di disaccordi su alcuni contratti.

In questo contesto l’Ue sembra aver trovato un punto d’incontro sulla possibilità di introdurre un tetto temporaneo (price cap) al prezzo del gas importato. «Dobbiamo fare una riforma strutturale di ampia portata del mercato dell’elettricità. Questo all’inizio del prossimo anno», ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, parlando al ministero dell’Economia a Berlino.

Il vertice del 9 settembre

Un tema caldo che sarà anche al centro di un vertice Ue straordinario sull’energia, annunciato per il 9 settembre. L’annuncio è arrivato dal ministro ceco dell’Energia, Josef Sikela, il cui governo ha la presidenza di turno del semestre Ue. «Dopo un fine settimana ricco di trattative, posso annunciare che convoco una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri dell’Energia. Ci incontreremo a Bruxelles il 9 settembre. Non permetteremo a Putin di danneggiare i nostri cittadini e le nostre imprese, motivo per cui dobbiamo aggiustare il mercato dell’energia. La soluzione europea è la migliore che abbiamo», ha scritto il ministro ceco su Twitter.

«Stiamo diversificando i nostri fornitori alla velocità della luce – aveva detto in precedenza la von der Leyen -: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15%». «Per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15% e di conservarlo nello stoccaggio: in questo modo si possono risparmiare fino a 45 miliardi di metri cubi di gas naturale», ha aggiunto von der Leyen.

«In definitiva il modo migliore per sbarazzarsi dei combustibili fossili russi è accelerare la nostra transizione verso fonti energetiche verdi. Ogni chilowattora di elettricità che l’Europa genera da energia solare, eolica, idroelettrica, da biomasse dal geotermico o dall’idrogeno verde ci rende meno dipendenti dal gas russo. Oggi il prezzo dell’energia solare ed eolica è più conveniente dei combustibili fossili inquinanti. Ecco perché, con la nostra iniziativa RePowerEU, investiremo fino a 300 miliardi di euro per accelerare la svolta verde», ha ricordato.

La riforma

Ma la presidente della Commissione Ue va anche oltre, prevedendo una riforma «strutturale» del mercato elettrico: «Porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi è solo il primo passo. L’aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità sta mettendo a nudo i limiti dell’attuale struttura del mercato elettrico, che è stato sviluppato per circostanze diverse. Per questo stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’elettricità», ha spiegato.

L’errore fatto con la Russia

Prioritario è anche non ripetere con la Cina lo stesso errore fatto con la Russia. «Le transizioni verdi e digitali aumenteranno in modo massiccio il nostro bisogno di materie prime: litio per le batterie, silicio metallico per i chip, terre rare per produrre magneti per veicoli elettrici e turbine eoliche. La domanda di queste materie prime potrebbe raddoppiare entro il 2030 mentre la domanda europea di batterie al litio è destinata ad aumentare ad un tasso annuo del 40% tra il 2020 e il 2025. La buona notizia è che il Green Deal europeo sta progredendo. La notizia non altrettanto buona è che un solo Paese domina la lavorazione», ha detto la von der Leyen.

Evitare ricatti

«Delle 30 materie prime critiche di oggi, dieci provengono per lo più dalla Cina», ha sottolineato. «Dobbiamo quindi evitare di cadere nella stessa dipendenza del petrolio e del gas. Non dobbiamo sostituire le vecchie dipendenze con nuove. Dobbiamo assicurarci che l’accesso a queste materie prime non venga usato per ricattarci. Dobbiamo diversificare l’approvvigionamento e costruire nuovi legami con partner affidabili e affini in tutto il mondo. A questo scopo tra due settimane mi recherò in Canada», ha aggiunto.

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