Imballaggi ed emissioni stalle, l'Italia tiene il punto in Europa ma è in minoranza
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AperturaEuropa Gio 16 marzo 2023

Imballaggi ed emissioni stalle, l'Italia tiene il punto in Europa ma è in minoranza

L'Italia prova a difendere le nostre stalle in Ue dall'inserimento nella direttiva sulle emissioni. Chieste modifiche anche sugli imballaggi Imballaggi ed emissioni stalle, l'Italia tiene il punto in Europa ma è in minoranza
Redazione Verità&Affari
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Emissioni stalle, l’Italia difende i nostri allevamenti

L’Italia “non può esprimersi favorevolmente” sul compromesso proposto dalla presidenza svedese sulla direttiva sulle emissioni industriali e tiene il punto, soprattutto sulle emissioni delle stalle e sul regolamento degli imballaggi. A spiegare la situazione sulla proposta di revisione della direttiva presentata dalla presidenza svedese è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin intervenendo durante il Consiglio Ue. L’Italia però è in minoranza e il Consiglio dei ministri dell’ambiente Ue ha trovato un accordo di compromesso sul testo. “L’ambizione della proposta – ha spiegato Pichetto Fratin – crea problemi di fattibilità”.

L’Italia, formalmente, individua “tre punti critici”. Innanzitutto sull’ampliamento dell’ambito di applicazione della direttiva agli allevamenti, “il testo di compromesso migliora la proposta” della Commissione, ma “oneri amministrativi e impatto sul settore” risultano “eccessivi” e per questo l’Italia “non può esprimersi favorevolmente”. Il secondo punto sono le deroghe con “criteri non esaustivi che non consentono analisi costi-benefici integrati”. Il terzo punto problematico sono i “riferimenti confusi” sulla tutela della salute umana, con un “rischio di sovrapposizione con altre normative” specificamente a carattere ambientale.

Imballaggi, le modifiche chieste dall’Italia

L’Italia ha presentato anche delle richieste per modificare la bozza di regolamento presentata dalla Commissione europea a dicembre sugli imballaggi. L’obiettivo del governo Meloni è aggiornare la valutazione di impatto e modificare in modo sostanziale la proposta di direttiva sui rifiuti da imballaggio.

“Siamo dell’opinione – ha sottolineato il ministro Pichetto Fratin – che la valutazione d’impatto vada aggiornata e che la proposta della Commissione necessiti di revisioni sostanziali per riconoscere gli sforzi degli operatori economici per produrre e utilizzare imballaggi più sostenibili, assicurare la dovuta flessibilità agli Stati membri, garantire che i costi aggiuntivi economici e sociali non finiscano per ricadere sui lavoratori, cittadini o sulla finanza pubblica”.

“Privilegiare il riutilizzo, ad esempio, non garantisce di per sé necessariamente il migliore risultato ambientale possibile”, ha spiegato il ministro, ricordando che “fissare elevati obiettivi di riutilizzo e divieti di commercializzazione di formati monouso rischia di avere ricadute negative” su diversi comparti, come l’agroalimentare e il commercio al dettaglio. “Dovrebbe esserci una piena equiparazione e libertà di scelta tra deposito cauzionale e raccolta differenziata negli Stati membri”.

Net zero, fuori il nucleare

Nel frattempo la Commissione ha dato il via libera al piano industriale per spingere le tecnologie a emissioni zero. L’obiettivo del cosiddetto Net-Zero “è quello di avvicinarsi o raggiungere, in aggregato, almeno il 40% del fabbisogno annuale di diffusione di tecnologie a zero emissioni prodotte nell’Ue entro il 2030”.

L’elenco fornisce otto fonti rinnovabili, ma dall’elenco è escluso il nucleare. Le otto fonti rinnovabili comprese nel piano includono solare fotovoltaico e solare termico; energia eolica onshore e offshore; batterie; pompe di calore e geotermico; elettrolizzatori e celle a combustibile ipompe di calore e geotermia; elettrolizzatori e pile a combustibile; biogas/biometano; cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica; tecnologie di rete. 

Frans Timmermans prova a smorzare le polemiche. “La formulazione scelta per il nucleare è esattamente la stessa della tassonomia. Se si parla di tecnologie pulite dobbiamo concentrarci su quelle più promettenti ma non significa non investire nelle altre”.  Il nucleare, ha provato ad aggiungere il commissario al Mercato Interno Thierry Breton, “fa parte del piano”. Ma nel pieno sono previsti sostegni solo a “tecnologie avanzate per produrre energia da processi nucleari con minimi scarti del ciclo del combustibile, reattori modulari di piccole dimensioni”.  

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