Guaio nell'inflessibile Ue, le multe dell’Antitrust tornano indietro
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Europa Ven 17 giugno 2022

Guaio nell'inflessibile Ue, le multe dell’Antitrust tornano indietro

Non sempre le sanzioni riescono a colpire. Capita anche all’inflessibile commissario Antitrust Ue, che dal 2014 è Margrethe Vestager Guaio nell'inflessibile Ue, le multe dell’Antitrust tornano indietro
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

La vicenda di Bruxelles

Non sempre le sanzioni riescono a colpire. Capita anche all’inflessibile commissario Antitrust Ue, che dal 2014 è la danese Margrethe Vestager, che si è vista annullare, ed è la prima volta, ben due multoni ultrasalati comminati a due giganti dei chip statunitensi Intel e Qualcomm. Quest’ultima società proprio l’altro ieri ha vinto la sua battaglia contro una multa di 997 milioni di euro (1,05 miliardi di dollari) imposta dalle autorità Ue quattro anni fa. Secondo la commissione Qualcomm aveva pagato miliardi ad Apple dal 2011 al 2016 per far si che Cupertino utilizzasse solo i suoi chip in tutti gli iPhone e iPad per bloccare i rivali, come Intel.

E proprio Intel a gennaio aveva vinto una causa simile contro una multa da 1,06 miliardi di euro comminata 12 anni fa per aver praticato prezzi anticorrenziali e messo nell’angolo la rivale Amd. È stato proprio il Tribunale dell’Unione Europea ad annullare le due sanzioni incolpando il garante della concorrenza europea di cattiva gestione nel caso di Qualcomm. «Una serie di irregolarità procedurali hanno invalidato l’analisi della Commissione rispetto ai comportamenti della società Usa – hanno detto i giudici che hanno accolto il ricorso di Qualcomm – La Commissione non ha fornito un’analisi che consenta di sostenere i risultati dell’indagine secondo cui i pagamenti in questione avevano effettivamente ridotto la «voglia» di Apple a passare ai concorrenti di Qualcomm al fine di ottenere forniture di chipset Lte per alcuni modelli di iPad e iPhone da lanciare nel 2014 e nel 2015».

Ora Vestager potrà, a sua volta, presentare ricorso alla Corte di giustizia dell’Ue, la più alta giurisdizione europea ma certo la figuraccia è tremenda. Anche perchè l’Antitrust Ue ha aperto diverse procedure contro i giganti del web da Facebook (oggi Meta) ad Alphabet, ossia Google. Ovviamente anche Amazon è nel mirino. Ma deve stare attenta i dati da analizzare sono tantissimi e certamente le cose erano più facili ai tempi di Mario Monti, commissario Antitrust Ue fino al 2004 che aveva lanciato le prime sanzioni miliardarie, contro Microsoft allora accusata, giustamente, di posizione dominante per il sistemi operativo per pc con Windows. La Commissione comunque ha già dichiarato che studierà attentamente la sentenza e le sue implicazioni e la considererà per il futuro. Mentre Qualcomm, felice per la vittoria, si è mantenuta prudente e non ha fatto alcun commento tanto per non suscitare nell’Antitrust Ue sentimenti di possibili ripicche.

«La conclusione è che la Corte sta dicendo alla Commissione di essere estremamente cauta nel giudicare gli abusi sui prezzi praticati- ha detto Assimakis Komninos, partner dello studio legale White & Case- e quindi ora sarà molto riluttante ad avviare indagini su tali casi a meno che non siano davvero sicuri». Il prossimo test per il commissario Vestager sarà il 14 settembre, quando il Tribunale si pronuncerà su un ennesimo ricorso presentato da Google contro una multa antitrust record da 4,34 miliardi di euro richiesta per l’utilizzo improprio del suo sistema operativo Android, ossia il più usato negli smartphone di tutto il mondo. Certo Vestager conta più successi rispetto ai fallimenti. L’ultimo proprio contro Google che a novembre scorso, dopo aver perso il ricorso, ha dovuto pagare la multa da 2,4 miliardi inflitta nel 2017 con l’accusa di aver fatto concorrenza sleale a società minori specializzate in servizi di ricerche per acquisti online.

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