Danni al Nord Stream, gasdotti chiusi. Cingolani rilancia il price cap
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Europa
Europa Mar 27 settembre 2022

Danni al Nord Stream, chiusi i gasdotti. Cingolani rilancia il price cap

Tre condotte dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 hanno subito danni "senza precedenti" in un solo giorno. Lo ha riferito Nord Stream Ag. Danni al Nord Stream, chiusi i gasdotti. Cingolani rilancia il price cap
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

I danni al Nord Stream

Tre condotte dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 hanno subito danni “senza precedenti” in un solo giorno. Lo ha riferito Nord Stream Ag, l’operatore della rete, secondo cui è impossibile stimare quando potrà essere ripristinata la capacità di funzionamento dei due gasdotti.  Secondo il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, il tetto europeo al prezzo del gas è ancora possibile. «Venerdì incontrerò i ministri europei dell’energia. La macchina si è mossa», ha assicurato ieri. «La speranza è quella di riuscire ad avere una proposta che tenga conto delle differenze tra i diversi Paesi, ma avremo un segnale che va nella direzione del price cap». A questo punto però Cingolani ha aggiunto qualcosa di nuovo, precisando: «Lo dico con la massima sincerità, è una misura transitoria».

L’intervento della Commissione europea

La Commissione europea è stata informata dei problemi al gasdotto Nord Stream 1 e Nord Stream 2. Lo ha detto Tim McPhie, portavoce Ue all’Energia, ha spiegato che “stiamo seguendo gli sviluppi attentamente con gli Stati membri interessati. Per adesso, questo non ha effetti sull’approvvigionamento, perché il Nord Stream 1 è chiuso da settimane e il Nord Stream 2 non è ancora autorizzato ad operare”.

“Analizziamo attentamente gli impatti delle perdite di metano, che è un gas che ha conseguenze potenziali sul cambiamento climatico, e siamo in contatto con gli Stati membri interessati per potenziali impatti sulla navigazione marittima”, ha aggiunto. “Abbiamo informazioni che una zona d’esclusione è stata adottata attorno a una delle perdite”, ha concluso, riferendosi alla Danimarca, che ha istituito un divieto di navigazione in un raggio di 9 chilometri vicino all’isola di Bornholm, zona in è in corso una delle perdite.

Doppio tetto

Ieri però si è registrata un’altra novità, e cioè l’apertura della Germania sul tema. Berlino era fin qui sempre stata contraria all’introduzione di un tetto al prezzo del gas. Ora la situazione è cambiata. Anche se a quanto pare i tedeschi sarebbero intenzionati a collegare l’introduzione di un tetto al prezzo del gas con l’introduzione di un tetto all’indebitamento. A spiegare il meccanismo è stato il ministro delle finanze di Berlino, il liberale Christian Lindner. «L’obiettivo è un freno al debito per il bilancio federale e un freno al prezzo del gas», ha detto. Ma per Lindner il cambiamento è legato a una condizione preliminare: anche il freno all’indebitamento deve essere ripristinato in Germania nel 2023. Perché se il freno al debito dovesse cadere, secondo Lindner, non solo si finanzierebbero le misure per mitigare la crisi energetica e l’inflazione, ma anche altri piani politici che danneggerebbero la solidità tedesca.

Intanto uno studio della Florence School of Regulation, centro di eccellenza europeo in materia di regolamentazione dei mercati nel settore energia e clima, sottolinea come per l’Europa solo un price cap generalizzato, e non quindi limitato al metano in arrivo dalla Russia, potrebbe essere efficace. «La situazione eccezionale in cui versa il mercato del gas dell’Ue potrebbe giustificare un intervento normativo» e «un approccio» generalizzato sulle importazioni «avrebbe maggiori possibilità di essere concordato e attuato» nell’Unione europea «e potrebbe essere più efficace» dell’introduzione di un price cap limitato al gas russo. Quest’ultimo, secondo lo studio, sarebbe inteso soprattutto come sanzione in seguito al conflitto in Ucraina. 

Condividi articolo