Legge natura, nuovo stop dell'Ue. E L'Italia esulta
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AperturaEuropa Mar 27 giugno 2023

Legge natura, nuovo stop dell'Ue. E L'Italia esulta

Anche la Commissione ambiente respinge la normativa che, secondo Coldiretti, avrebbe provocato un danno per il Made in Italy di 580 miliardi. Legge natura, nuovo stop dell'Ue. E L'Italia esulta
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Nuova pesante sconfitta per l’ambientalismo ideologico di Bruxelles. La Legge sul Ripristino della natura non ha infatti superato lo scoglio della commissione Ambiente del Parlamento europeo.  La votazione sul testo, già emendato dopo un primo altolà, è finita in parità (44 a 44) che ha lo stesso valore di una bocciatura.

La netta divisione in Europa sulle  strategie legate all’ambiente, con i partiti del centrodestra che stanno guadagnando consensi, si è vista al momento della lettura del risultato, accolto da fischi ed applausi. Ora l’Eurocamera nel suo complesso dovrà decidere, probabilmente già nella sessione plenaria di luglio, se bocciare definitivamente la proposta.

È la prima volta che la commissione Ambiente  respinge un elemento del Green Deal, il pacchetto di misure pensato per raggiungere la neutralità climatica nell’Ue entro il 2050. In precedenza altre due commissioni competenti, Agricoltura e Pesca, avevano comunque già bocciato il testo.

Italia soddisfatta

“Il voto della commissione Ambiente conferma che le riserve espresse dall’Italia erano fondate e condivise – ha affermato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto. -Siamo stati tra i pochi Paesi, in sede di Consiglio Ue, a votare contro il testo ritenendolo inadeguato e per molti versi inattuabile”.

Sconfitto l’estremismo ambientale socialista. Crolla il primo pilastro su cui Timmermans aveva costruito il proprio pacchetto di proposte che avrebbe messo in ginocchio agricoltori e imprese”: hanno da parte loro commentato Francesca Peppucci, Fulvio Martusciello e Massimiliano Salini  membri  della commissione Ambiente del Parlamento europeo.

“Il voto in commissione ambiente con cui è stata respinta la proposta “nature restoration” è di una importanza strategica – hanno aggiunto i tre esponenti di Forza Italia, Partito Popolare europeo –  perché riporta al centro degli interessi della Europa agricoltori imprese e consumatori che avrebbero rischiato enormi danni se fosse stata approvata. I prezzi delle materie prime sarebbero andati alle stelle e si sarebbero persi posti di lavoro. Il Gruppo Ppe ancora una volta è stato dalla loro parte”.

E soddisfatta è anche la Coldiretti. “La scelta della Commissione ambiente dell’europarlamento di respingere la proposta di legge Ue per il ripristino della natura – spiega il presidente dell’associazione Ettore Prandinisalva una filiera agroalimentare Made in Italy che vale oggi 580 miliardi e scongiura il rischio di un significativo aumento delle importazioni di prodotti dannosi per il consumatore e per l’ambiente da Paesi terzi”.

“La tutela dell’ambiente e perdita di biodiversità – spiega Prandini – si combatte non  togliendo terreni produttivi dalla disponibilità degli agricoltori, o vietando interventi su decine di migliaia di chilometri di percorsi fluviali, con gli effetti drammatici che ne derivano,ma piuttosto favorendo lo sviluppo della multifunzionalità, della vendita diretta ed opponendosi all’omologazione ed alla standardizzazione delle produzioni”

Una legge controversa

La legge sul ripristino della natura,  presentata dalla Commissione europea nel giugno 2022, è stata da subito al centro di un aspro dibattito nella politica comunitaria. Il testo punta a ripristinare gli habitat e le specie animali e vegetali danneggiate dall’attività umana e dai cambiamenti climatici, stabilendo obiettivi giuridicamente vincolanti, cioè determinati standard di “ripristino naturale”. La misura, secondo i promotori sarebbe necessaria, dato che  l’81% degli habitat naturali nell’Ue si trova in condizioni problematiche.

 
A favore della legge invece ci sono i partiti di sinistra dell’emiciclo e una parte dei liberali, tra cui il relatore, l’europarlamentare francese Pascal Canfin. Secondo loro ripristino della natura è compatibile con l’attività economica e può anzi garantire la vitalità e la produttività a lungo termine del suolo. Due visioni diametralmente opposte che si affronteranno all’Eurocamera per il voto finale. Un voto che però, alla luce della bocciatura già avvenuta in tre Commissioni, a questo punto appare scontato.
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