Patto di stabilità e regole Ue, la premier Marin ce l'ha con noi
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Europa Mer 14 settembre 2022

Patto di stabilità, rigidità Ue: la premier della Finlandia ce l'ha con noi

Sanna Marin la frugale. La premier finlandese va controcorrente e in occasione della plenaria del Parlamento europeo. Patto di stabilità, rigidità Ue: la premier della Finlandia ce l'ha con noi
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Il patto di stabilità dell’Ue

Sanna Marin la frugale. La premier finlandese va controcorrente e in occasione della plenaria del Parlamento europeo spara una serie di no (o meglio, dei sì con l’asterisco) che ribadiscono che le trattative con i Paesi frugali, di cui la Finlandia è capofila, saranno tutt’altro che semplici per arrivare a un allargamento delle maglie economiche nell’Unione europea. Il primo, più significativo considerata la panoramica energetica attuale, è quello verso un Recovery bis per aiutare i cittadini europei in un momento complicato. Ma a medio termine quello che dovrebbe preoccupare di più è l’appello affinché le regole del Patto di stabilità rimangano rigide e non si allentino.

Misure contro i rincari

Il palcoscenico è quello della seduta plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, dove ieri Marin è intervenuta per dettare la linea di pensiero finlandese in merito ai temi caldi economici delle ultime settimane. Partendo, ovviamente, dalla possibilità di un Recovery fund 2.0 per far fronte ai contraccolpi di inflazione e caro energia. «Dobbiamo dare prova di solidarietà, occuparci dei nostri cittadini, fare in modo che ci sia energia in tutta Europa, e dobbiamo essere in grado di adottare delle misure eccezionali per ridurre i prezzi dell’energia. In questi tempi duri si misura l’unità dell’Europa», ha detto. Marin ha però sottolineto anche come non si debba utilizzare quanto fatto durante la pandemia come un modello: «Il Recovery era una soluzione una tantum necessaria e concordata di comune accordo, non un modello per le crisi future».

La riforma del patto

Un no arrivato all’interno di un discorso più ampio e che va a toccare, tra le altre cose, anche la direzione che dovrà prendere la riforma del Patto di stabilità che probabilmente entrerà nel vivo nel 2023. «È chiaro che il bilancio dell’Ue deve essere sufficiente a garantire la capacità dell’Unione di operare anche in caso di crisi. Tuttavia – ha detto chiaramente –, lo sviluppo della capacità operativa dell’Ue non si ottiene aumentando il bilancio o allentando le regole comuni del gioco economico». Marin, pur nella sua veste di frugale, ha riconosciuto la necessità di una maggiore solidarietà europea perché le economie dell’Ue sono legate tra di loro e quindi le «regole comuni del gioco devono essere ulteriormente sviluppate». Ma su regole rigide che siano in grado di «frenare il sovraindebitamento dei Paesi membri e il relativo rischio».

Diritto di scegliere

Interpellata sulle prossime elezioni che si terranno in Italia e pungolata sul “pericolo” Giorgia Meloni, Marin ha preferito non commentare il possibile esito. «Gli italiani hanno il diritto a votare chi ritengono opportuno e da leader di un altro Paese non commento le elezioni in Italia. Penso che sia molto importante che in questi momenti molto difficili in Europa essere uniti contro le minacce della Russia. Credo che ogni politico veda quanto sia grave la situazione, ma non voglio commentare le elezioni. Gli italiani hanno il diritto a votare chiunque vogliano».

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