L'Ue presenta il nuovo piano: aiuti di Stato subito, fondo comune in estate - V&A
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EuropaPrimo piano Mer 01 febbraio 2023

Il nuovo piano Ue: prima gli aiuti di Stato, poi il fondo comune

Un fondo comune per l'estate, aiuti di Stato subito: sono i pilastri del nuovo Green Deal Industrial Plan presentato dalla von der Leyen. Il nuovo piano Ue: prima gli aiuti di Stato, poi il fondo comune
Redazione Verità&Affari
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Il piano Ue: prima gli aiuti di Stato, poi i fondi comuni

Un fondo sovrano comune solo entro l’estate e aiuti di Stato nel breve termine. I pilastri (e le priorità) dell’Unione europea sono stati esplicitati oggi dal nuovo Green Deal Industrial Plan presentato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Una comunicazione che funge da trailer in vista del tavolo del Consiglio europeo di settimana prossima, in programma il 9 e 10 febbraio. Poi “daremo forma alle proposte”, ha spiegato von der Leyen, sui diversi contenuti del piano “entro metà marzo”, per tornare a discuterne “al Consiglio europeo di fine marzo”.

Insomma la priorità e le bozze definite, per il momento, riguardano gli aiuti di Stato. Tema caro alla Germania, la nazione che più ha potuto sfruttare il momento di transizione per sostenere le sue aziende. Certo, ovviamente si è parlato di “evitare la frammentazione del mercato unico e garantire la parità di condizioni”. Ma intanto per i fondi comuni viene fissata genericamente l’estate come deadline, mentre per gli aiuti di Stato è già arrivata una bozza di proposta dettagliata per trasformare il quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato in un quadro temporaneo ‘di crisi e transizione’ per facilitare e accelerare la transizione verde.

Disposizioni fino al 2025

Il tema degli aiuti di stato viene declinato in chiave green e si prova a limitarli a dei campi ben specifici. La proposta, parte del Piano industriale Green Deal, mira a garantire un accesso più rapido ai finanziamenti per le imprese attive nell’Ue, a stimolare una più rapida introduzione delle rinnovabili, e a sostenere la decarbonizzazione dell’industria e la produzione di attrezzature per la transizione verso lo zero netto. Le nuove disposizioni saranno in vigore fino al 31 dicembre 2025.

Per facilitare l’introduzione delle rinnovabili e la transizione dell’industria si prevede: la possibilità di sostenere la diffusione di tutte le fonti di energia rinnovabile; concedere aiuti per le tecnologie meno mature, come l’idrogeno rinnovabile, senza una gara d’appalto, a condizione che siano previste alcune salvaguardie per garantire la proporzionalità del sostegno pubblico; e incentivare gli investimenti che portano a una riduzione significativa delle emissioni includendo massimali di aiuto più elevati e calcoli semplificati. La Commissione propone tra l’altro di autorizzare il sostegno degli Stati membri alla produzione di batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e cattura e stoccaggio del carbonio, nonché alle relative materie prime critiche necessarie per la produzione di tali apparecchiature.

Previsti anche aiuti per i progetti che si svolgono in regioni svantaggiate dell’Ue, che comportano un investimento in diversi Stati membri, e per i quali è disponibile un sostegno in un Paese terzo. La Commissione intende adottare il quadro temporaneo “di crisi e di transizione” nelle prossime settimane, tenendo conto del feedback ricevuto dagli Stati membri. 

Per i fondi comuni serve più tempo

E per i fondi comuni? Von der Leyen sostiene con le dichiarazioni la necessità di creare un “fondo per la sovranità” che garantisca disponibilità a tutta l’Ue con progetti comuni. Il problema è che per un progetto comune “è necessario uno strumento di finanziamento comune europeo. “Riesamineremo il bilancio pluriennale ma con gli Stati membri dovremo valutare altre possibilità di finanziamento. I principi sono chiari, poi parleremo a discutere delle tecniche di finanziamento”, ha aggiunto von der Leyen. Tradotto, convincere gli scettici avrà bisogno di tempo. 

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