Il piano Ue prevede solo tagli ai consumi e nessun aiuto
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EuropaPrimo piano Mer 14 settembre 2022

Il piano Ue prevede solo tagli all'elettricità e nessun aiuto

L’Unione europea è pronta a lanciare il suo pacchetto di misure per affrontare l’emergenza energetica con il piano di tagli ai consumi. Il piano Ue prevede solo tagli all'elettricità e nessun aiuto
Riccardo Pelliccetti
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Riccardo Pelliccetti

Riccardo Pelliccetti, triestino, è stato caporedattore e inviato speciale per 20 anni de Il Giornale, dopo aver lavorato per diversi quotidiani, periodici e riviste web, occupandosi di politica estera e difesa. Ma è tornato alla sua passione: l’economia. Ha pubblicato i libri “La via dell’esodo” (1997), “I nostri marò” (2013) e “Le verità negate” (2020).

Il piano Ue per il taglio ai consumi

L’Unione europea è pronta a lanciare il suo pacchetto di misure per affrontare l’emergenza energetica, ma quali siano nel dettaglio lo sapremo solo oggi, quando la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, le illustrerà durante il discorso sullo stato dell’Unione. Ieri il collegio dei commissari Ue, riunito a Strasburgo, ha discusso i provvedimenti da varare ma, contrariamente a alla prassi, ha deciso di non tenere alcuna conferenza stampa. Un segnale poco confortante, che mette in luce quanto sia in difficoltà la Commissione europea.

Che cosa sta succedendo? Il problema, sostengono diversi europarlamentari, è il price cap del gas che vede divisi i Paesi dell’Unione. Un divario insanabile, con un fronte di una quindicina di Stati, Italia in testa, a favore di un tetto generalizzato del prezzo del metano. Dall’altra parte, invece, ci sono quelli totalmente contrari o favorevoli solo a un price cap del gas russo. Quest’ultima opzione, però, appare superata visto che Mosca ha interrotto le forniture e quindi un tetto ai prezzi sarebbe inutile.

Addio price cap

I detrattori del price cap motivano la loro posizione affermando che imporre un tetto generalizzato ai prezzi possa mettere a rischio gli approvvigionamenti da parte di altri fornitori, come l’Algeria, l’Azerbaigian e la Norvegia. Chiacchiere, questo accadrebbe solo se il prezzo imposto fosse troppo basso e non consentisse un margine di ricavi soddisfacente per i fornitori. Nessuno però si sognerebbe di farlo. Ma von der Leyen, pungolata da qualche cancelleria (Berlino e Amsterdam?), nel fine settimana ha voluto ribadire il concetto: «Assicurare prezzi più bassi in Europa garantendo al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento». Non è un caso che il premier norvegese Jonas Gahr Store, in una telefonata alla presidente della Commissione Ue, abbia manifestato tutto il suo «scetticismo» sulla misura. Ma il ministro Roberto Cingolani non si arrende e propone un tetto che potrebbe «dal 60 al 65% del prezzo alla borsa di Amsterdam» o essere legato «al prezzo del Gnl». Improbabile che lo ascoltino.

Chi ne approfitta

D’altronde, in un mercato condizionato dalla scarsità di gas e dalle tensioni geopolitiche, i prezzi alle stelle sono un tesoro a cui nessuno vuole rinunciare. Non è un segreto che, oltre alla Russia di Vladimir Putin, ci siano molti Stati esportatori che continuano a speculare, noncuranti degli effetti devastanti non solo per l’economia europea ma per quella globale. E il loro velato ricatto ha sortito gli effetti voluti tanto che la Ue ha fatto marcia indietro sul price cap, nonostante fosse stato inserito nel documento stilato nel vertice dei ministri dell’Energia Ue della scorsa settimana. Quella voce ora è scomparsa.

L’emergenza per famiglie e imprese

E allora via ad altre misure. Ormai da giorni Bruxelles non fa che parlare di taglio dei consumi. Alla fine, il peso dell’emergenza cadrà tutto sulle spalle di imprese e famiglie. E sulle casse di molti governi, che in qualche modo dovranno compensare il caro bollette per impedire che la recessione in arrivo non deprima mortalmente l’economia. Quali saranno le misure per risparmiare energia? Secondo le indiscrezioni, gli obiettivi sarebbero due: il primo è un taglio complessivo dei consumi di circa il 10% e il secondo, vincolante per tutti i Paesi, ridurre la domanda durante le ore di punta, come già spiegato da Von der Leyen. In poche parole, si tratterebbe di definire 3-4 ore quotidiane in cui i consumi devono essere ridotti «per appiattire i picchi». Ma spetterà ai governi nazionali decidere in quali ore far scattare il taglio. Così, per i cittadini europei usare in certi orari due elettrodomestici contemporaneamente potrebbe essere impossibile.

Oltre al price cap, sembra che sia stata messa da parte anche la cosiddetta «liquidità d’emergenza», illustrata nel documento dei ministri dell’Energia, cioè la partita che riguarda gli aiuti di Stato per le imprese che operano sul mercato energetico. Resta in piedi, per ora, il tetto ai profitti delle società che producono energia elettrica, ma non dal gas. Di fatto, invece di mettere in campo aiuti concreti, la soluzione che la Ue prospetta è solo tagli e sacrifici per tutti.

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