Mes, ancora tutto bloccato sulla ratifica: il governo tiene duro - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Primo piano/Europa
EuropaPrimo piano Sab 21 gennaio 2023

Mes, ancora tutto bloccato sulla ratifica: il governo tiene duro e tratta in Europa

Nessuna novità dall'Eurogruppo: il nodo Mes non si scioglie. Per la ratifica trattativa incrociata con Pnrr e direttiva sulla casa green. Mes, ancora tutto bloccato sulla ratifica: il governo tiene duro e tratta in Europa Giorgia Meloni
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

Mes, la ratifica è ancora bloccata

In molti pensavano che l’Eurogruppo di lunedì sarebbe stato decisivo sul Mes. Invece novità sostanziali non ne sono emerse e le dichiarazioni vaghe sulla futura ratifica dell’Italia fanno capire come la trattativa tra Italia ed Unione Europea continui. La mossa, formalmente, tocca al Parlamento italiano, che già a novembre aveva impegnato l’esecutivo a “non approvare la legge di ratifica della riforma del trattato”.

Ma è chiaro che il governo stia trattando sul fondo salva-Stati, con trattative incrociate che comprendono anche la modifica del Pnrr e la direttiva sulla casa green su cui il primo voto a Strasburgo è slittato a febbraio. Il negoziato quindi prosegue su più tavoli. E, almeno fino a quando la Croazia appena entrata nell’Eurozona non lo ratificherà, non mancherà all’appello solo l’Italia. Difficile però che qualcosa si smuovi prima del Consiglio europeo del 9-10 febbraio e delle regionali in Lombardia e Lazio di due giorni dopo.

La trattativa su Pnrr e casa green

Nei colloqui ufficiali il governo non ha mai posto barriere insormontabili alla ratifica del Mes, anche se la posizione contraria al su utilizzo di Lega e Fratelli d’Italia è netta e chiara. Tuttavia per il governo Meloni la ratifica della riforma del trattato potrebbe rappresentare una pedina di scambio per due partite spinose.

La prima è la riforma del Pnrr. L’esecutivo non ha mai nascosto che, con i rincari dei materiali dettati dall’inflazione, sarebbe complicato portare a terra tutti gli investimenti con i budget previsti prima dello scoppio della guerra in Ucraina. La seconda è la direttiva sulla casa green. Per l’Italia rappresenterebbe una batosta vista la vetustà del nostro patrimonio immobiliare. Non solo residenziale, ma anche quello commerciale.

Perché non piace la riforma del Mes

La posizione rigida sulla ratifica italiana è, da parte dell’Europa, una battaglia ideologica. Da quando è stato istituito nel 2011 per aiutare gli Stati in difficoltà, e poi modificato durante la pandemia per sostenere le spese sanitarie, il Mes non è stato mai utilizzato.

A gennaio 2021 il governo Conte bis approvò le modifiche, ma la ratifica parlamentare è sempre stata rinviata. Il timore del centrodestra è che le condizioni per ottenere gli aiuti finanziari siano troppo gravose. L’Italia vorrebbe una nuova revisione del trattato, ma da Bruxelles arriva un secco niet: la discussione si potrà aprire solo quando “sarà completata la ratifica”.

Tra i punti più indigesti per i detrattori c’è la questione delle “clausole di azione collettivà”, in base alla quale se un Paese non riesce a ripagare il proprio debito, ai detentori dei titoli sarà sufficiente non più una doppia votazione ma una votazione a maggioranza per chiedere la ristrutturazione del debito 

Condividi articolo