Scholz pressa i russi: «La turbina c’è, ora ridateci il gas»
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Europa Gio 04 agosto 2022

Scholz pressa i russi: «La turbina c’è, ora ridateci il gas»

Eccola lì, la tanto discussa turbina. Fino a martedì sera il governo tedesco aveva mantenuto segreto il luogo dove si trovava. Scholz pressa i russi: «La turbina c’è, ora ridateci il gas»
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

La guerra del gas in Europa

Eccola lì, la tanto discussa turbina. Fino a martedì sera il governo tedesco aveva mantenuto segreto il luogo dove si trovava. Poi è arrivato l’annuncio della visita di Olaf Scholz all’impianto della Siemens di Mülheim an der Ruhr, nel Land del Nordreno-Vestfalia, da dove ieri il cancelliere si è fatto fotografare con alle spalle la controversa macchina motrice, lunga dodici metri. Pubblicando la foto sul suo profilo Twitter Scholz ha scritto: «L’ho vista con i miei occhi. La turbina riparata è lì, pronta per l’uso in qualsiasi momento. La Russia deve solo chiederla. Quindi non ci sono giustificazioni tecniche per la riduzione dei flussi di gas».

Da fine giugno Mosca ha tagliato le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream, adducendo come motivazione un guasto a una turbina, che era stata portata dal produttore, la Siemens, in Canada per essere riparata, ma lì era poi stata bloccata dal governo di Justin Trudeau, in quanto restituirla avrebbe violato le sanzioni contro la Russia. Era dovuto intervenire il ministro dell’energia tedesco Robert Habeck, con un appello appassionato al governo canadese («è con un peso sul cuore che vi facciamo questa richiesta…») nel quale aveva offerto alla controparte anche una scappatoia legale: «Voglio chiarire che non sto chiedendo di consegnare la turbina alla Russia, ma di portarla in Germania». Sarebbe stata poi Berlino a recapitarla ai russi.

Alla fine il Canada ha acconsentito, la turbina è arrivata in Germania due settimane fa, ma da allora è ancora lì ferma, mentre nel frattempo i flussi di gas dalla Russia sono scesi ulteriormente (dal 40% al 20% della capacità di Nord Stream), perché Mosca ha detto di aver riscontrato un altro guasto in un’altra turbina.

Si rivede Schroeder

«La turbina è lì e può essere consegnata, ma qualcuno deve dire “voglio averla”», ha spiegato ieri un indispettito Scholz, mentre il capo di Siemens Energy Christian Bruch spiegava che erano in corso colloqui con Gazprom ma che ancora non era stato trovato un accordo. I russi sostengono che la turbina manca della documentazione che certifichi le sue condizioni e che attesti che non è soggetta a sanzioni. Attestazione inutile, ribatte il governo tedesco, perché le turbine sono escluse dalle sanzioni Ue.

E mentre cresce la preoccupazione per l’inverno, e in Germania varie amministrazioni comunali stanno tagliando i consumi vietando l’acqua calda nei bagni pubblici (Hannover) o spegnendo le luci che la sera illuminano edifici storici e monumenti (Berlino), l’ex cancelliere Gherard Schröder, reduce da un soggiorno a Mosca, ha riferito al settimanale Stern che il presidente russo Vladimir Putin gli ha ricordato che, volendo, il gasdotto gemello di Nord Stream, il Nord Stream 2, sarebbe «pronto all’uso immediato». Ultimato poco prima della guerra, il gasdotto non è mai entrato in funzione per ritorsione all’invasione russa dell’Ucraina.

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