La stretta monetaria continua, alla Lagarde non basta la recessione
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Da non perdereEuropa Sab 05 novembre 2022

La stretta monetaria continuerà, alla Lagarde non basta la recessione

Christine Lagarde, più falco che mai, è pronta a nuovi rialzi dei tassi insieme «ad altre misure» e manda un avvertimento agli Stati. La stretta monetaria continuerà, alla Lagarde non basta la recessione
Camilla Conti
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Camilla Conti

La stretta monetaria della Bce

Christine Lagarde, più falco che mai, è pronta a nuovi rialzi dei tassi insieme «ad altre misure» e manda un avvertimento agli Stati a non fare politiche che alimentino l’inflazione. La Bce adotterà rapidamente ulteriori misure se l’inflazione elevata persiste e si ripercuote sulle aspettative a medio termine, ha dichiarato la presidente Lagarde in un discorso a Tallinn, in Estonia.

Rialzo record

Tra luglio e ottobre, l’istituto centrale ha alzato i tassi del 2% per la prima volta nella sua storia. Ha così dimostrato la sua determinazione a ridurre l’inflazione, che supera il 10% nella zona euro, trainata essenzialmente dai prezzi dell’energia. Ma «se dovessimo vedere, ad esempio, l’inflazione diventare più persistente e le aspettative rischiano di disancorarsi», ovvero stabilizzarsi al di sopra dell’obiettivo del 2%, allora «non potremmo aspettare che si concretizzi il pieno impatto delle misure politiche», ha aggiunto. «Dovremmo adottare ulteriori misure fino a quando non saremo più sicuri che l’inflazione tornerà all’obiettivo in modo tempestivo», ha aggiunto.

Lagarde avverte che i tassi potrebbero continuare a salire oltre il livello cosiddetto «neutrale», che non penalizza né favorisce l’attività e che è in procinto di essere raggiunto nei prossimi mesi. La Bce è dunque determinata nella sua volontà di domare l’inflazione alimentata dagli effetti dell’invasione armata russa dell’Ucraina e impedire che si radichi nell’economia. Ma le misure volte a ridurre la domanda potrebbero accentuare ulteriormente la recessione che incombe nella zona euro. «Sebbene i recenti dati sulla crescita del Pil abbiano sorpreso al rialzo, il rischio di recessione è aumentato», ha riconosciuto Lagarde. Lo scenario di una «modesta recessione», se si concretizzerà a cavallo del 2023, non sarà però sufficiente per «domare l’inflazione», ha avvertito al forum organizzato dalla Banca di Lituania.

Panetta: calibriamo

Sul tema era intervenuto giovedì anche il membro del comitato esecutivo Bce Fabio Panetta, secondo cui «la direzione della politica monetaria è chiara», ma la «calibrazione» delle misure «non dovrebbe basarsi su una visione unidirezionale dei rischi». In particolare, «strategie monetarie eccessivamente aggressive potrebbero generare effetti indesiderati, conseguendo risultati modesti sul fronte dei prezzi e al tempo stesso accrescendo il rischio di innalzare ulteriormente la volatilità dei mercati e di comprimere l’attività economica ben al di là di quanto necessario per stabilizzare l’inflazione nel medio periodo».

Quanto alla crisi energetica, secondo la Lagarde, «i tagli alle forniture di gas in seguito all’invasione perpetrata dalla Russia rappresentano un importante cambiamento strutturale, che avrà ricadute per diversi anni. Le curve dei contratti future suggeriscono che assisteremo a un rincaro del gas per qualche tempo, poiché i Paesi europei dovranno pagare un premio per attrarre gas naturale liquefatto libero da vincoli contrattuali in sostituzione del gas russo. Gli effetti di sostituzione faranno verosimilmente aumentare i prezzi di altri fonti energetiche», ha detto ieri.

Cala la fiducia

Nel frattempo, l’indice Pmi composito dell’Eurozona, nella lettura finale di ottobre, si è attestato a 47,3 punti dai 48,1 di settembre, sui minimi dai 23 mesi. L’indice finale relativo al settore dei servizi è a 48,6 punti rispetto ai 48,8 del mese precedente, anche in questo caso lievemente superiore al preliminare e al consenso a 48,2 punti, anche se la lettura è sui minimi dai 20 mesi. «L’alta inflazione sta riducendo la domanda e sta danneggiando la fiducia.

Anche i timori che la crisi energetica possa intensificarsi nel periodo invernale stanno alimentando l’incertezza», sottolinea Joe Hayes, economista senior di S&P Global Market Intelligence. «Nei prossimi mesi, un peggioramento significativo delle condizioni economiche potrebbe costringere i responsabili delle politiche a prendere decisioni difficili riguardanti l’entità dell’inasprimento monetario, nel timore che possa essere troppo aggressivo, prolungando quindi il periodo di contrazione», conclude l’esperto.

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