I falchi Bce contro la Meloni: pressing per la vendita dei Btp
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EuropaPrimo piano Ven 25 novembre 2022

I falchi Bce contro la Meloni: pressing per vendere i Btp

I falchi della Bce sono in volo per spingere l’istituto a vendere i titoli che ha acquistato dal 2015 in avanti per sostenere l’economia. I falchi Bce contro la Meloni: pressing per vendere i Btp
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

La Bce contro la Meloni

I falchi della Bce sono in volo per spingere l’istituto a vendere i titoli che ha acquistato dal 2015 in avanti per sostenere l’economia. Si chiama Quantitative Tightening (QT). È l’incubo di tutti i paesi ad alto debito. A cominciare per l’Italia. Per Giorgia Meloni sarà probabilmente la sfida più impegnativa. Senza più lo scudo Bce lo spread potrebbe andare alle stelle ricreando una situazione molto simile a quella del 2011 che costò la presidenza del Consiglio a Silvio Berlusconi.

Perché il QT ribalta la situazione rispetto alla strategia precedente. Con il Quantitative Easing (QE) la banca centrale immette liquidità nel sistema per abbattere i tassi e sostenere l’economia. Il QT è l’inverso: la banca centrale vende i titoli che ha in portafoglio per far salire i tassi e battere l’inflazione. Christine Lagarde ha annunciato che metterà il tema sul tavolo al direttivo di metà dicembre. A partire dall’anno prossimo se ne comincerà a parlare insieme ad un’altra novità che però riguarda Ursula von der Leyen. La Commissione europea si attende «nei prossimi mesi diverse richieste di emendamenti dei Pnrr nazionali compreso quello dell’Italia. si prevede anche dell’Italia».

Martedì nel corso della presentazione del Pacchetto di autunno era emerso che già una richiesta di revisione del Pnrr era stata formalizzata. Tuttavia non sembra che la richiesta sia partita da Roma. Per il governo di Giorgia Meloni si tratterà di aprire un altro fronte a Bruxelles da affiancare alla partita ben più complicata che si gioca a Bruxelles. Dalla Bce trapela l’intenzione di agire «in modo moderato» avviando il QT. Ma Klaas Knot, il numero uno della Banca centrale dell’Olanda, non è dello stesso parere: «Il QT contribuirà a rendere la politica monetaria restrittiva», una volta che sarà stato raggiunto il tasso neutrale intorno al 2%. Per arrivarci servirà ancora un ritocco dello 0,5% «Poi – aggiunge il banchiere olandese – diventerà più probabile diminuire l’entità dei rialzi dei tassi», a patto che si inizi però anche a smobilizzare il portafoglio di 5 miliardi che la Bce ha in pancia.

La posizione della Bce

L’inizio del QT non è auspicato soltanto dall’Olanda. L’altro protagonista è il presidente della Bundesbank Joachim Nagel. Secondo il banchiere tedesco – falco come il collega di Amsterdam – la Bce confermerebbe «la forte determinazione» a far scendere l’inflazione, continuando al contempo a lanciare «mosse decisive» sui tassi di interesse. Secondo Nagel «sarebbe sbagliato infatti frenare per il timore di un rallentamento economico».

Ma il numero uno della banca centrale tedesca è andato anche più in là, chiedendo lo stop dei reinvestimenti: «Dovremmo iniziare a ridurre la dimensione del portafoglio bond all’inizio dell’anno prossimo, senza effettuare più i riacquisti dei titoli che arrivano a scadenza». Giorni fa sempre dalla Germania, attraverso l’agenzia di rating Scope, è arrivata l’esortazione a fare presto. «Affinché la politica monetaria riporti l’inflazione dell’area euro al 2%, sarà necessaria una riduzione significativa della domanda complessiva, in quanto l’inflazione è stata provocata soprattutto da fattori legati all’offerta, e non da una crescita più alta e dall’aumento dei salari». Ed è «improbabile che la Bce riesca a centrare il target del 2% senza ridurre la quantità di bond governativi presenti nel suo bilancio».

È solo questione di tempo. I Btp (e tutti gli altri titoli di stato dell’area euro), parcheggiati nel bilancio della Bce sono prossimi a essere scaricati, e a vedere ridotto dunque il loro valore. Secondo Antoine Bouvet di ING, tra l’altro, la banca centrale europea non avrebbe neanche più grandi scuse per rimandare visto che gli spread si sono ristretti parecchio nelle ultime settimane. «Proprio questo – avverte Bouvet – potrebbe portare i falchi della Bce, a chiedere una tabella di marcia del QT ancora più aggressiva». Ma sarebbe un errore – ha avvertito lo strategist – «iniziare il QT sarebbe infatti già un risultato, e noi non condividiamo l’opinione secondo cui un rimborso contenuto dei prestiti Tltro (da parte delle banche) implicherebbe un QT più veloce ».

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