Acqua frizzante sempre più introvabile nei supermercati, si ferma la produzione
Nell'estate dei condizionatori a 25 gradi, forse dovremmo abituarci anche a non bere più nemmeno l'acqua frizzante.
La produzione di acqua frizzante
Nell’estate dei condizionatori a 25 gradi, almeno stando alla disposizione del premier Mario Draghi per gli uffici pubblici, del caro spesa e del caro vacanze, forse dovremmo abituarci anche a non bere più nemmeno l’acqua frizzante. E parlo, ovviamente, di chi dell’acqua con le bollicine, con quell’irresistibile pizzicore sulla lingua, che massaggia l’apparato digerente dopo averla bevuta, non ne può fare proprio a meno.
L’anidride carbonica, che serve per rendere gassata l’acqua, è introvabile sul mercato. Al pari dei microchip per le auto o dell’olio di semi, anche la Co2 risente della difficoltà di approvvigionamento. I produttori di questo gas preferiscono, infatti, destinarlo al comparto della sanità che a quello alimentare.
La decisione della Sant’Anna
Così un’azienda di acque minerali illustre come la Sant’Anna, 350 milioni di fatturato nel 2020 per una capacità di 3,5 miliardi di bottiglie/anno, ha deciso di fermare la produzione di acqua frizzante. “La Co2 è introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nella stessa situazione”, ha confessato Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato dell’azienda di Vinadio di Cuneo.
La mancanza di anidride carbonica aveva iniziato a farsi sentire già dalla fine dello scorso anno. Ma tutti i produttori erano riusciti in qualche modo a trovare una soluzione. Con l’acuirsi della crisi e il blocco delle forniture di Co2 sta diventando, però, praticamente impossibile confezionare l’acqua con le bolle. Che rischia ora perfino di finire nel giro di poco. Terminati gli stock, non ci potrebbero più essere bottiglie in vendita.