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Famiglie Gio 01 dicembre 2022

Credito al consumo, Bruxelles prepara il regalo alle banche

Nel nuovo testo europeo sul credito al consumo c'è' il divieto per i venditori di finanziare i clienti a tasso zero, senza costi aggiuntivi Credito al consumo, Bruxelles prepara il regalo alle banche Carte, acquisti e pagamenti
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Stop al dilazionamento dei pagamenti da parte dei venditori

C’è un regalo alle banche nelle pieghe del nuovo testo europeo sul credito al consumo. Prevede il divieto per i venditori di fare credito ai clienti senza interessi, commissioni o oneri aggiuntivi. Si tratta di un assist per gli istituti di credito che rischiano di finire nuovamente sotto pressione per effetto della recessione, foriera di una nuova ondata di crediti inesigibili (i cosiddetti non performing loans). Per non parlare del fatto che la nuova norma tutela le banche dall’ingresso in scena di grandi potenziali rivali nei finanziamenti come, ad esempio,  Apple. Per i consumatori, invece, il nuovo testo comunitario rischia di essere l’ennesima batosta nel bel mezzo di una recessione senza precedenti. Se infatti il documento, attualmente al vaglio di Parlamento, Consiglio e Commissione, passerà nell’attuale versione, i potenziali acquirenti non potranno più contare sulle dilazioni senza costi aggiuntivi offerte dai venditori, ma, in assenza di liquidità, dovranno necessariamente rivolgersi alle finanziarie di credito al consumo, che sono spesso e volentieri filiali di grandi banche. Di conseguenza dovranno sopportare costi aggiuntivi come tassi d’interesse e spese di istruttoria pratica.

L’aumento dei tassi gioca non gioca a favore

Come se non bastasse, va contro i consumatori anche l’aumento dei tassi d’interesse deciso dalla Banca centrale europea. Con la stretta monetaria, secondo le rilevazioni di Bankitalia a settembre, i tassi dei prestiti personali hanno superato l’11,7%. Un costo importante che come rileva Assofin riguarda 6,23 milioni di finanziamenti, registrati fra gennaio e settembre, in cotante crescita nel 2022. Si fanno ormai piccoli prestiti per le ragioni più svariate. Oltre al tradizionale dilazionamento per l’auto, ci sono poi anche i finanziamenti personali per spese mediche e persino per l’abbigliamento.

Univendita-Confcommercio sul piede di guerra

La nuova direttiva rischia di danneggiare non solo i consumatori, ma anche i commercianti. Per Ciro Sinatra, presidente di Univendita, la maggiore associazione del comparto della vendita diretta a domicilio, aderente a Confcommercio “pesa la proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio Ue sul credito al consumo, che elimina la possibilità finora concessa, e per noi cruciale, di sostenere la clientela con dilazioni dei pagamenti senza interessi, senza spese e senza obbligo di ricorrere a una società finanziaria”. Si tratta peraltro di “un meccanismo di credito pienamente consentito anche dal Testo unico bancario” come ricorda il numero uno di Univendita. “Ovviamente condividiamo l’obiettivo chiave della proposta di direttiva di evitare il sovraindebitamento dei consumatori – sottolinea Sinatra -, ma consentire alle aziende della vendita diretta di continuare a fare credito ai propri clienti senza applicare interessi, penali e ogni altra spesa aggiuntiva significa sostenere il potere di acquisto e i consumi delle famiglie, soprattutto in un momento di difficoltà economica come l’attuale, dato che ogni onere economico e rischio d’impresa sarebbero appunto addossati all’azienda, senza che il venditore effettui alcuna raccolta di dati o valutazione sulla capienza del consumatore” .

L’appello al governo

“I parlamentari Ue italiani hanno mostrato sensibilità sulla materia, ma finora non c’è stato nulla da fare; ecco perché -conclude Sinatra- chiediamo all’esecutivo, e in particolare ai ministri Adolfo Urso e Raffele Fitto, di intervenire in questa delicata fase di triloghi in vista del varo delle norme che modificherebbero l’attuale direttiva, chiedendo che ogni Stato membro possa legiferare liberamente in materia”.

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