Via libera al decreto bollette: come funziona e gli effetti per le famiglie
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Famiglie Ven 01 luglio 2022

Via libera al dl taglia bollette, altri 3 miliardi per tagliare le bollette di energia e gas

Nel decreto bollette ha previsto l’azzeramento degli onerali generali di sistema nel settore elettrico e la conferma della riduzione dell’Iva. Via libera al dl taglia bollette, altri 3 miliardi per tagliare le bollette di energia e gas
Riccardo Pelliccetti
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Riccardo Pelliccetti

Riccardo Pelliccetti, triestino, è stato caporedattore e inviato speciale per 20 anni de Il Giornale, dopo aver lavorato per diversi quotidiani, periodici e riviste web, occupandosi di politica estera e difesa. Ma è tornato alla sua passione: l’economia. Ha pubblicato i libri “La via dell’esodo” (1997), “I nostri marò” (2013) e “Le verità negate” (2020).

Il decreto taglia bollette

Il caro energia, oltre che le fibrillazioni nella maggioranza di governo, hanno fatto rientrare a Roma con un giorno d’anticipo il presidente del Consiglio Mario Draghi, il quale era impegnato al vertice Nato di Madrid. Un ritorno non inaspettato, visto che ieri era previsto un Consiglio dei ministri che ha varato un decreto con nuovi sgravi alle bollette di luce e gas. All’ordine del giorno c’erano infatti «misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale per il terzo trimestre 2022 e per garantire la liquidità delle imprese che effettuano stoccaggio di gas naturale».

Il Consiglio dei ministri, che ha dato anche il via libera ai disegni di legge sul rendiconto e l’assestamento di bilancio, nel decreto bollette ha previsto l’azzeramento degli onerali generali di sistema nel settore elettrico e la conferma della riduzione dell’Iva nel settore del gas per il terzo trimestre dell’anno, con uno stanziamento di circa 3 miliardi di euro. Secondo le stime di Nomisma, infatti, da oggi avrebbero dovuto scattare gli aumenti per l’energia elettrica (+17%) e metano (+27%).

Le spiegazioni di Draghi

Draghi, in conferenza stampa, ha illustrato le misure definendole urgenti: «Dovevano necessariamente essere approvate entro oggi: il terzo trimestre delle bollette inizia da domani (oggi, ndr)». Senza il decreto, «i cittadini avrebbero ricevuto bollette con rincari fino al 45%», ha detto, spiegando che è questo il motivo per cui è «rientrato velocemente dal vertice Nato di Madrid». Il presidente del Consiglio ha sottolineato anche che «il governo è al lavoro per fronteggiare la siccità. Siamo con la crisi idrica più grave degli ultimi 70 anni, la crisi idrica ha due fattori un deficit di pioggia degli ultimi anni, il cambiamento climatico ma poi ci sono cause strutturali come la cattiva manutenzione dei bacini e della rete affidata ai concessionari con una dispersione di acqua che è pari al 30% mentre in altri paesi Ue è il 5-6%». Secondo il premier, «ci vuole un piano di emergenza e da lunedì noi siamo pronti ad approvare i piani delle regioni».

Come va con Conte

Ma decreti e disegni di legge a parte, Draghi si trova davanti a una maggioranza che diventa ogni giorno più instabile, con il leader dei Cinque stelle Giuseppe Conte irritato, che chiedeva chiarimenti ma allo stesso tempo assicurava che non lascerà l’esecutivo e con Palazzo Chigi che gettava acqua sul fuoco. Secondo il governo, infatti, le divisioni nella maggioranza fanno parte della dinamica parlamentare e non tocca al premier intervenire. «Ci sono molte provocazioni», ha spiegato il ministro delle Politiche Agricole, il pentastellato Stefano Patuanelli: “Non c’è una volontà del Movimento di uscire dal governo, ma c’è una spinta al Movimento a uscire». In poche parole, qualcuno briga per allontanare i grillini.

Ma il fossato nella maggioranza si allarga, con il leader della Lega che si è scagliato contro lo ius scholae e la liberalizzazione della cannabis: «Bloccare il Parlamento per votare Ius scholae e droga libera è contro gli interessi del Paese – ha detto Matteo Salvini -. Siamo stati fin qui molto responsabili. Non possiamo però accettare una forzatura che rischia di danneggiare l’Italia e gli italiani. Sull’altro fronte, invece, si tira dritto: «Sui diritti noi non intendiamo arretrare di un millimetro», ha affermato il dirigente Pd Francesco Boccia. E Draghi, in conferenza stampa, ha fatto di nuovo il pompiere: «Sono ancora ottimista, il governo non rischia perché l’interesse nazionale e degli italiani è preminente. Il governo è stato formato per fare e questa è la condizione che ha per fare. Il governo non si fa senza i 5 Stelle, questa è la mia opinione», ha chiarito il premier. In merito a un rimpasto di governo, «nessuno lo ha chiesto – ha spiegato Draghi -. Questo è l’ultimo governo di legislatura in cui sono premier».

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