Inflazione, bruciati 20 miliardi di risparmi in sei mesi - V&A
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FamigliePrimo piano Sab 21 gennaio 2023

In sei mesi l'inflazione ha bruciato 20 miliardi di risparmi degli italiani. E ora aumentano i debiti

L'inflazione attacca i risparmi: i conti correnti degli italiani scesi di 20 miliardi in sei mesi. Aumentano i debiti per le spese correnti In sei mesi l'inflazione ha bruciato 20 miliardi di risparmi degli italiani. E ora aumentano i debiti
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Inflazione brucia 20 miliardi di risparmi

I risparmi degli italiani iniziano a presentare i primi lividi dopo quasi un anno di colpi inflitti dall’inflazione: in poco più di sei mesi, alla fine del 2022, il saldo totale dei conti correnti delle famiglie è calato di quasi 20 miliardi di euro. Un crollo che arriva dopo quattro anni di continui aumenti dei tesoretti degli italiani e che si è accelerato a partire da agosto. A dirlo è una ricerca della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi). Da agosto a novembre si è registrato un calo di 18 miliardi da 1.177 miliardi a 1.159 miliardi. Una contrazione dell’1,5% che ha seguito quella di giugno, dove c’era stata una prima diminuzione di 10 miliardi rispetto a maggio. 

Ma non è l’unico effetto negativo dell’inflazione per le famiglie italiane. Sempre secondo la Fabi stanno aumentando anche i debiti degli italiani: tra prestiti per il consumo e finanziamenti personali l’ammontare dei prestiti a fine 2022 è stato di 256 miliardi di euro, in crescita dell’1,5%. Una percentuale superiore alla tendenza che si verificava dal 2017 di un incremento annuo dell’1,2%. Si tratta di 5 miliardi in più di debiti che le famiglie italiane hanno contratto con un tasso di crescita del 5%.

Come l’inflazione si mangia i risparmi

L’ammontare dei risparmi italiani era in crescita da un lungo periodo di tempo. A fine 2017, spiega la Fabi, l’ammontare complessivo era a quota 967 miliardi. Una cifra salita in modo più o meno rapido tutti gli anni fino a maggio 2022, quando aveva sfiorato i 1.180 miliardi di euro. Da lì è partita la discesa che a fine novembre 2022 ha portato i risparmi a 1.159 miliardi di euro.

Un segnale inequivocabile che l’inflazione sta iniziando a pesare sulle tasche degli italiani. Ormai è certo che si sta assistendo a un “crollo di potere di acquisto – evidenzia la Fabi – che costringe gli italiani ad attingere alle loro riserve per far fronte ai maggiori costi”.

L’aumento dei debiti degli italiani

Senza considerare, appunto, il progressivo aumento dei prestiti personali. Richieste che, evidenzia la Fabi,  sono uno “schiaffo rispetto a quelle che sono le condizioni di mercato, perché non sono certamente i bassi tassi di interesse a spingere le richieste”. Se la tendenza dovesse proseguire a rischio verrebbe messa la “sostenibilità finanziaria delle famiglie italiane” a causa “del peso ancora più influente di rincari e dei tassi crescenti”.

A dimostrarlo sono i numeri. Negli ultimi cinque anni si è registrato un aumento complessivo dei finanziamenti personali e per i beni di consumo di 3,1 miliardi (+1,2%). Un incremento che ha riguardato ampliamento la componente dei prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi per 21,1 miliardi (+22%).  Mentre, d’altro canto, si sono ridotti i prestiti finalizzati a spese personali, diminuiti di 17,9 miliardi (-11,3%) nello stesso arco temporale.

Negli undici mesi del 2022 analizzati i prestiti al consumo hanno accelerato ancora: ben 5 miliardi di euro in più, con un tasso di crescita prossimo al 5% ben superiore anche all’incremento medio dei mutui per l’acquisto di casa (3,8%). Il flusso dei finanziamenti finalizzati ha superato la cifra dei 116 miliardi di euro a fine novembre. Nonostante i rialzi dei tassi d’interesse stiano alzando il costo del denaro, nei fatti le famiglie hanno bisogno di prestiti per poter far fronte all’inflazione che incide maggiormente sulla capacità di spesa dei cittadini. 

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