Che cos'è la pace fiscale proposta dal centrodestra e come funzionerà
Pace fiscale e quarta edizione della rottamazione delle cartelle esattoriali. Sono questi due cavalli di battaglia del centrodestra.
La pace fiscale
Pace fiscale e quarta edizione della rottamazione delle cartelle esattoriali. Sono questi due cavalli di battaglia di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia nella campagna elettorale appena iniziata. Ma di che cosa si tratta esattamente? E quali saranno gli effetti sulle tasche dei contribuenti? In realtà, i due temi non sono nuovi e sono anche un’opportunità per ripulire il bilancio dello Stato da un cassetto di mille miliardi di crediti non ancora riscossi dall’Agenzia delle Entrate. Crediti per i quali, secondo quanto risulta a Verità&Affari, non c’è nemmeno la posta di accantonamento nel bilancio dello Stato. Secondo le stime del Fisco, ci sono infatti 100 milioni di cartelle esattoriali corrispondenti a poco più di 1.000 miliardi di euro, che sono un cappio al collo per quindici milioni di contribuenti.
Le cartelle esattoriali
Denaro che però, a detta dello stesso numero uno dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, difficilmente sarà possibile recuperare. Che cosa è possibile fare allora per salvare il salvabile? Secondo il centrodestra bisogna identificare una serie di strumenti che consentano al contribuente, in buona fede, di chiudere morosità e pendenze nei confronti del fisco. Incluso il meccanismo di rottamazione delle cartelle esattoriali con una nuova rateizzazione per le cartelle al di sotto di determinati importi. I dettagli al momento non sono ancora noti, ma il leader Matteo Salvini ha spiegato che l’obiettivo è “rottamare 50 milioni di cartelle”. E dare così nuovo ossigeno a contribuenti ed imprese che, provati dal Covid e dalla pandemia, oltre che dalla crisi economica, non sarebbero in grado di pagare per intero gli importi richiesti dalle Entrate-Riscossione.
La proposta di Lega e Fratelli d’Italia
Il leader del Carroccio Matteo Salvini punta essenzialmente alla rottamazione delle cartelle di importo ridotto per gli anni 2018-2019. Secondo Salvini, lo Stato in questo modo “incasserebbe miliardi, e milioni di italiani tornerebbero liberi di lavorare, avere un conto corrente e pagare le tasse. Riaprire i termini del pagamento delle rate delle vecchie rottamazioni per chi non può pagare, e prevedere una nuova rottamazione per le annualità 2018 e 2019, è un’altra precisa richiesta della Lega per aiutare famiglie e imprese”. Nelle idee della Lega, il denaro incassato andrebbe a finanziare un fondo per la riduzione della pressione discale come previsto nella proposta di legge 2465 firmata da Massimo Bitonci. Proposta che prevede di “estendere la misura della pacificazione fiscale, già realizzata nel 2018 per le persone fisiche, alle imprese in condizioni di difficoltà economica, consentendo loro di regolarizzare le pendenze tributarie con l’Agenzia delle entrate – Riscossione”, come si legge nel testo.
La stessa proposta prevede poi che si permetta “di regolarizzare le somme accertate nei suddetti verbali effettuando un’apposita dichiarazione e versando la sola imposta autoliquidata. Infine, all’articolo 3, con la previsione di una dichiarazione integrativa speciale vincolata, si riconosce al contribuente la possibilità di regolarizzare, oppure di far rientrare in Italia, le somme depositate all’estero con il solo vincolo della sottoscrizione di strumenti finanziari subordinati in buoni del tesoro di durata vincolata trentennale“. Possibilità quest’ultima che la Lega vorrebbe “estesa anche ai depositi custoditi presso le banche e gli istituti di credito italiani che hanno ad oggetto contanti o valori al portatore. Si stima, infatti, che quanto detenuto dagli italiani nelle cassette di sicurezza ammonti a circa 150 miliardi di euro, una somma considerevole che lo Stato potrebbe reinvestire in liquidità e investimenti per le imprese, soprattutto in un momento di difficoltà economica come quello attuale”, come si legge nel documento. La Lega ha poi presentato anche una proposta di legge (2555) che riguarda l’accertamento con adesione e transazione fiscale per tutte le tasse e tributi fino a 1 milione di euro.
La nuova edizione della pace fiscale
Non è la prima volta che i partiti propongono la pace fiscale. Ma il punto sono poi gli strumenti che ne fanno parte. In particolare, la prima edizione della pace fiscale è stata varata nel 2016 dal governo di Matteo Renzi. La norma prevedeva la possibilità di mettersi in regola per carchi relativi ai sedici anni antecedenti. Il contribuente avrebbe però dovuto saldare il debito in sole cinque rate, sia pure senza sanzioni ed interessi pari a circa un terzo dell’importo. Alla fine hanno aderito 14 milioni di contribuenti su 19 milioni circa sulla cui testa pesano le cartelle per un totale di poco superiore ai 31 miliardi.
Sulla carta un grande successo, anche perché aderendo alla definizione agevolata si bloccavano tutte le misure direttamente esecutive. Ma poi concretamente le cifre di incasso sono state diverse dalle attese: nelle casse pubbliche sono arrivati 8,3 miliardi contri i quasi 18 attesi. Poi è toccato al governo Gentiloni, alla fine del 2017, riaprire la partita della rottamazione per un ristretto numero di contribuenti rimasti fuori della prima tornata. In questo caso, lo Stato sperava di incassare poco più di otto miliardi, ma ne ha ricevuti meno di tre. Infine nel 2018 è toccata al governo Conte che ha varato la rottamazione ter. Ma anche in questo caso l’epilogo non è stato diverso benché i numeri siano ancora in evoluzione. La legge di bilancio 2019 prevedeva oltre alla nuove versione della definizione agevolata (la ter, per l’appunto), anche lo stralcio delle minicartelle fino a mille euro, la definizione agevolata delle liti tributarie pendenti e il saldo e stralcio delle cartelle per i contribuenti con Isee fino a 20mila euro.