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ApprofondimentiFamiglie Lun 13 febbraio 2023

Pensioni, Opzione donna finalmente anche per chi non ha figli

Primo incontro tra i sindacati e il governo su Opzione donna: si va verso l'eliminazione della condizione di avere figli per accedere prima dei 60 anni Pensioni, Opzione donna finalmente anche per chi non ha figli SEDE DELL' INPS, TARGA INPS LOGO
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Pensioni, verso la modifica dei requisiti per Opzione donna

Grandi manovre sulle pensioni, in particolare per le donne, in corso. Al Ministero del Lavoro si sono incontrati oggi i sindacati e il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. Sul tavolo due dossier. Il primo, il più urgente per i rappresentanti dei lavoratori, riguarda la modifica dei requisiti per accedere a Opzione donna per l’accesso anticipato alla pensione dopo la stretta applicata in manovra. Il secondo la possibilità di anticipo nel pensionamento, sia per la pensione di vecchiaia che per l’anticipata in relazione al numero di figli.

“È stato un incontro molto positivo, abbiamo ascoltato le richieste dei sindacati e siamo intenzionati a dare delle risposte a categorie più svantaggiate come donne e giovani anche in vista della futura riforma”, ha commentato Durigon. 

Come cambierà Opzione donna

Su Opzione donna arriveranno più velocemente le novità. Come avevano detto le sigle sindacali al termine dell’incontro, il governo ha aperto a una possibile revisione dei requisiti per accedervi. Secondo quanto risulta a Verità&Affari, già nella giornata di domani l’esecutivo dovrebbe dare le prime risposte su Opzione donna. Il governo appare intenzionato a togliere la condizione di avere dei figli per potervi accedere prima dei 60 anni.

Con la legge di Bilancio era stata alzata l’età per poter accedere a Opzione donna: da 58 a 60 anni e 35 anni di contributi entro la fine del 2022. Solo le donne con uno o almeno due figli, secondo le modifiche della manovra, possono accedervi con uno sconto, rispettivamente a 59 o 58 anni. Per accedere a Opzione donna, oltre a età e contributi, bisogna appartenere anche a una di queste categorie: avere un’invalidità civile almeno al 74%; essere caregiver, con un famigliare da accudire in casa da almeno sei mesi; o essere stata licenziata o dipendente di un’azienda in crisi con tavolo aperto al ministero delle Imprese. Ad oggi solo queste ultime avevano il diritto di accedere a Opzione donna con meno di 60 anni (58 anni e 35 di contributi).

Lo “sconto figli” per tutte le donne

Dalla riunione è emerso anche un’ipotesi relativa alla riforma complessiva delle pensioni. Il governo infatti starebbe valutando di estendere i quattro mesi di anticipo per ogni figlio, previsti già oggi dalla riforma Dini per chi è nel contributivo pieno, a tutte le forme pensionistiche per le donne.

Si tratta di una decisione onerosa per le casse dello Stato: quattro mesi di anticipo equivarrebbero a 700 milioni di spesa in più. All’ipotesi stanno lavorando i tecnici dei due ministeri interessati, Lavoro e Mef, per verificarne la fattibilità.

I commenti dei sindacati dopo l’incontro sulle pensioni

Per Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil, è stato un “incontro assolutamente interlocutorio”, in cui “non abbiamo avuto risposte, a partire dalla prima che avevamo sollevato alla prima riunione, che era il segnale di ripristino di Opzione donna”. “Non perché riteniamo che quella sia una soluzione – ha spiegato – ma perché è il punto di partenza per rendere credibile un percorso, che mette le donne oggi al centro di questo tavolo al centro”.

La Cisl ha apprezzato “il fatto che il ministero riconosca che Opzione donna come uscita nell’ultima legge di Bilancio debba essere rettificata per ripristinare una misura più equilibrata e siamo in attesa di un riscontro più dettagliato che risponda alle aspettative sindacali”. Il governo “ha messo qualcosa sul tavolo, una prima intenzione di modificare la norma che hanno utilizzato in manovra” e “si è impegnato a darci una risposta nelle prossime ore o nei prossimi giorni. Saremo soddisfatti quando avremo risposte alle nostre richieste. Bisogna passare dalle dichiarazioni ai fatti”, ha commentato invece Pierpaolo Bombardieri della Uil.

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