Dal latte all'acqua, cosa faremo fatica a trovare e costerà di più
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Famiglie Sab 03 settembre 2022

Dal latte all’acqua fino alla carta igienica, quello che faremo fatica a trovare e costerà di più

Dal latte all’acqua fino alla carta igienica. Quello che faremo fatica a trovare e costerà di più. Anche i prodotti per la toilette. Dal latte all’acqua fino alla carta igienica, quello che faremo fatica a trovare e costerà di più
Carlo Cambi
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Carlo Cambi

Cosa costerà di più

Il mattino ha l’oro in bocca. Ma stavolta è vero perché per fare colazione gli italiani spendono uno sproposito. L’allarme è sul latte: arriverà a due ero al litro, ma tutto sta costando di più. Il settore lattiero vale 14,5 miliardi. È colpa degli aumenti avverte la Coldiretti che ha messo in fila un po’ di voci del carrello della spesa che impattano con uno dei riti più cari alle nostre famiglie. Il conto della prima colazione, limitandoci alle voci maggiori, vale 1,5 miliardi per il caffè, 1,2 miliardi per i biscotti, mezzo miliardo per le marmellate. Stando ai conti di Coldiretti l’inflazione nel carrello della spesa è arrivata ad agosto al 10,5%: i beni alimentari lavorati hanno fatto un balzo dell’1% in un mese.

I prezzi incontenili

Mentre il G7 boicotta il petrolio russo, Ursula Von der Leyen proclama che è venuto il tempo del tetto al prezzo del gas e si continua a invocare la separazione tra prezzo dell’elettricità e prezzo del metano, le famiglie stanno sperimentando, per dirla con l’eterno Dante, quanto sa di sale lo gas altrui e quant’è duro calle lo scender e lo salir per le rinnovabili. Perché se ci fosse una vera onestà intellettuale i responsabili della cosa europea dovrebbero riconoscere: signori abbiamo sbagliato i tempi della rivoluzione verde e abbiamo sbagliato anche i progetti. Peraltro glielo avevano detto proprio dalla Germania che non poteva funzionare.

Il flop ecoenergetico

Si ricorderà che il capo economista della Deutsche Bank Erick Eymann aveva profetizzato alla Von der Leyen che sarebbe servita un’ecodittatura per imporre il suo piano. E non c’era ancora la guerra. Heymann però aveva spiegato che il settore auto avrebbe perso oltre 800mila posti di lavoro, che l’adeguamento ecologico delle case sarebbe stato un bagno di sangue e che il costo della vita degli europei sarebbe esploso.

Ci sono da considerare tre fattori. Il primo è che l’Europa stessa non vuole diminuire la pressione sui combustibili fossili. Ad esempio sulla separazione tra quotazione del metano e prezzo dell’elettricità è illuminante il rapporto consegnato al parlamento di Strasburgo da Christian Zinglersen, direttore dell’agenzia europea di controllo sull’energia: «Pensare a un tetto al prezzo dell’energia elettrica in Europa è sbagliato. Il mercato va bene così com’è e tutte le misure atte ad abbassare i prezzi dell’energia potrebbero disincentivare gli investimenti del settore privato in soluzioni innovative e tecnologie per la decarbonizzazione e la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili».

I rischi del price cap

Il secondo elemento: se si mette il price cap al gas ci sono tuttavia contratti di fornitura con Gazprom a scadenza lunghissima che sono indicizzati al prezzo del petrolio e quindi boicottare il petrolio russo farà impennare le quotazioni. Il terzo elemento che va preso in considerazione è che comunque gli stock sono stati fatti ai prezzi massimi dunque i benefici di un eventuale price cap sono a lento rilascio. Mentre le famiglie fanno colazione ogni giorno e devono riscoprire una materia che studiavano fino agli anni ’70 le ragazze italiane: l’economia domestica.

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