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FinanzaPrimo piano Gio 27 luglio 2023

Business school, la faida Confindustria-Sole imbarazza la Luiss

Nextalia ha l'ok per il ramo d'azienda dell'ateneo privato. Con Bs24 eredita anche la causa con il quotidiano. Le pressioni di Bonomi Business school, la faida Confindustria-Sole imbarazza la Luiss

Faida Confindustria-Sole sulle business school

C’è un business in costante crescita in Italia, è quello legato alla formazione professionale e alle cosiddette business school. Lo scorso anno il Politecnico di Milano ha stimato che il mercato della Ed Tech, la Education Technology, vale quasi 20 miliardi di euro l’anno. È in crescita costante dal 2017, con un’accelerazione durante la pandemia, dovuta a un sempre più costante utilizzo delle connessioni da remoto.

Società e fondi di private equity si contendono così un mercato che può garantire margini molto alti. Negli anni passati, era il 2021, l’operazione più importante è stata l’acquisizione per un miliardo di euro dell’Università telematica Pegaso (dell’editore dell’Espresso e patron della Salernitana calcio Danilo Iervolino) da parte di Multiversity, controllata dal fondo Cvc Capital Partners. Lo scorso anno sempre Cvc ha finanziato l’acquisizione dell’Università Telematica San Raffaele di Roma. L’obiettivo è quello di creare un polo di spessore per poi quotarlo in Borsa.

Gli intrecci

Non è un caso che negli ultimi tempi si siano sviluppate diverse operazioni e sinergie, soprattutto tra chi ha in mano le scuole di formazione più rinomate, cioè Confindustria, che controlla l’Università Luiss e il quotidiano il Sole 24 Ore. Sono anche gli ultimi asset in mano a un’associazione di industriali appannata e alle prese nel 2024 con la ricerca del presidente. Ma tra fondi e grandi aziende che si occupano di scuole di formazione e Confindustria, finiscono per esserci sempre le stesse facce, in un groviglio che rischia di essere poco virtuoso.

L’amministratore delegato di Multiversity, Fabio Vaccarono, era nel consiglio di amministrazione del Sole 24 Ore quando nel 2022 fu stipulato l’accordo tra la sua società e il quotidiano economico. In contrasto con quanto accaduto nel 2017 quando il Sole vendette le quote di Business School 24 al fondo britannico Palamon Capital Partners, acquisita pochi giorni fa da Digit’Ed, il polo tutto italiano dell’education executive di Nextalia sgr

La causa di Palamon

All’epoca la cifra versata fu di 36,7 milioni di euro, come prima tranche di 40,8 milioni: l’importo residuo di 4,1 milioni sarebbe stato incassato proprio nel 2023. A distanza di 5 anni, nel 2022, Il Sole decide, come scritto sopra, di ritornare a occuparsi del mercato delle scuole di formazione. Lo ha fatto anche perché supportato da un parere legale, portato in consiglio di amministrazione, secondo cui la casa editrice sarebbe potuta tornare a utilizzare liberamente il brand. Così, il 29 settembre, avendo ripristinato il marchio «Sole 24 Ore Formazione», viene approvata una partnership proprio con Multiversity.

Palamon che aveva acquisito Business School 24 pochi anni prima legge il contratto in modo diverso: rivendica l’esclusiva e intenta una causa. Sull’accordo dell’autunno scorso, a giocare un ruolo fondamentale nella scelta di Multiversity sono stati i buoni rapporti tra l’attuale ad del Sole, Mirja Cartia d’Asero, e lo stesso Vaccarono, che del quotidiano era appunto anche consigliere d’amministrazione, in apparente conflitto. Non è un caso che dopo l’uscita di diversi articoli sui quotidiani, l’ex numero uno di Google Italia abbia dato le dimissioni. Anche se sul tema la Consob continua a tacere.

La battaglia in Confindustria

Di sicuro già nel 2021, dopo la nomina di Carlo Bonomi alla presidenza di Confindustria, si scatenò una battaglia che vedeva diverse fazioni in guerra in viale dell’Astronomia, tra chi come gli ex presidenti Vincenzo Boccia (ora numero uno della Luiss) e Giancarlo Abete avrebbero voluto quotare l’università in Borsa, e chi invece come Paola Severino e Caltagirone avevano deciso di opporsi. Sono passati appena due anni, ma la battaglia interna a Confindustria non sembra essere finita.

La scorsa settimana l’avvocato Severino per questi e altri motivi ha deciso di dimettersi dalla presidenza della Luiss. Forse sapendo che in ottobre il suo mandato era in scadenza (e Bonomi non l’avrebbe riconfermata). Severino, infatti, come aveva spiegato La Verità, aveva espresso voto negativo in sede di consiglio quando è stata votata la cessione del ramo d’azienda della Business School proprio a Digit’ed del fondo Nextalia guidato da Francesco Canzonieri, ex banker di Mediobanca, e partecipato da Intesa e dalla stessa Confindustria. E su questo specifico aspetta si sta consumando l’imbarazzo della Luiss. Mentre la Severino esprimeva parere negativo, il resto del cda accendeva semaforo verde per il fondo tutto italiano guidato da Canzonieri.

Scontro nel cda della Luiss

L’indomani sono partite le pec per confermare la cessione e al tempo stesso la permanenza nel veicolo da parte della Luiss con una quota del 49%. Insomma, finanza più alta formazione. Peccato che, a quanto risulta a La Verità, non ci siano stati seguiti. L’ad del Sole avrebbe infatti chiamato Bonomi per chiedere di rallentare l’opposizione in attesa della risoluzione della causa tra il quotidiano (o meglio con la sua nuova scuola di formazione) e Nextalia, erede delle vicende Palamon.

Se Bonomi dovesse decidere di mettere le due questioni sulla stesso piatto finirebbe però con il delegittimare l’intero cda e soprattutto mettere in difficoltà la Luiss stessa, che – inutile dire – potrebbe rischiare a sua volta una causa per inadempienza. Da un lato c’è però un fondo privato ma con azionisti italiani e istituzionali pronto a versare 30 milioni e ad avviare le sinergie, dall’altro un fondo straniero che per il nuovo brand ha sborsato meno di 5 milioni. Ma soprattutto, in ballo c’è l’immagine di una delle università private più prestigiose.

(Ha collaborato Alessandro Da Rold)

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