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FinanzaPrimo piano Sab 24 dicembre 2022

Gli affari degli Elkann non vanno a gonfie vele, anche Ginevra deve metter mano al portafoglio

La sorella di Lapo e John da anni si occupa di produzioni cinematografiche con la sua Good Films è stata costretta a coprire le perdite Gli affari degli Elkann non vanno a gonfie vele, anche Ginevra deve metter mano al portafoglio GINEVRA ELKANN DISSENSO COMUNE
Egidio Miazzion
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Egidio Miazzion

Le produzioni cinematografiche della Good Films

I business di Lapo Elkann attorno a Italia Independent non brillano. Ma non eccellono neanche quelli della sorella Ginevra che da anni si occupa di produzioni cinematografiche con la sua Good Films. A fine dello scorso giugno, infatti, a Roma si era tenuta l’assemblea degli azionisti della società per approvare il bilancio 2021. L’esercizio, a fronte di ricavi in calo anno su anno da 158mila a 134mila euro, sì è chiuso con una perdita di 290mila euro superiore a quella di 150mila euro del precedente esercizio. Il passivo accumulato ha eroso sia il capitale (50mila euro) sia le riserve (150mila euro) determinando così un patrimonio netto finito in negativo per 246mila euro. A questo punto gli articoli 2482 bis e ter e 2484 del codice civile imponevano ai soci di coprire subito le perdite e ricostituire il capitale.

Ma la Elkann non ha dovuto mettere subito mano al portafoglio grazie a un provvedimento del precedente governo guidato da Giuseppe Conte. Nel verbale d’assemblea, infatti, si legge che “il decreto legge 228 del 2021 convertito con la legge 15/2022 prevede che la perdita dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2021 può essere sterilizzata ai fini della protezione del capitale sociale”. In effetti la normativa emergenziale “consente in via temporanea ed eccezionale di derogare al principio fondamentale di conservazione del capitale”. La norma, quindi, ha permesso alla Elkann di rinviare a nuovo la perdita, lasciando quindi la Good Films con un patrimonio netto negativo, ripianando il passivo nel prossimo quinquennio.

Rosso da 260 mila euro

Poi però le cose sono cambiate e lo scorso 23 novembre a Roma davanti al notaio Giorgio Perrotta s’è presentato Ruggero Dipaola quale consigliere di Good Films per guidare un’assemblea soci che ha esaminato la situazione patrimoniale alla fine dell’agosto scorso che evidenziava un rosso di 260mila euro. A questo punto bisognava intervenire e la Elkann ha dovuto sborsare 630mila euro totali di cui 503mila mila per coprire le perite pregresse, ripianate per il restante anche azzerando il capitale e le citate riserve. La figlia di Margherita Agnelli e Alain Elkann ha poi ricostituito il capitale a 50 mila euro, di cui il 99% a lei intestato e l’1% rimasto alla Asmara Films (che prima aveva il 5%), altra casa di produzione di film la cui proprietà la Elkann condivide al 50% con Giovanni Gaetani dell’Aquila d’Aragona, il marito da cui recentemente s’è separata.

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