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FinanzaIn evidenza Mar 27 dicembre 2022

Banco Bpm, per Equita il titolo vale 4,2 euro dopo la partnership con Agricole

Equita Sim conferma il giudizio “Molto interessante” su Banco Bpm. E intanto l'ad Castagna lavora al nuovo cda. Banco Bpm, per Equita il titolo vale 4,2 euro dopo la partnership con Agricole Giuseppe Castagna, ad di Banco Bpm
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Il giudizio su Banco Bpm dopo la partnership con Agricole

Equita Sim conferma il giudizio “Molto interessante” e il TP di 4,2 euro  su Banco Bpm dopo l’annuncio della partnership con Credit Agricole nel settore danni e vita.

L’accordo prevede che il gruppo francese (principale azionista dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna con una quota del 9,2%) acquisisca il  65% di Banco Bpm Assicurazioni per 260 milioni. L’accordo sarà cementato da una partnership commerciale della durata di 20 anni nella bancassurance. L’operazione, notano gli esperti di Equita, valorizza il 100% delle compagnie assicurative danni di Banco BPM per 400 milioni, superiore rispetto ai 300 milioni circolati nelle scorse settimane.

Soddisfatto anche l’amministratore delegato del Credit Agricole Philippe Brassac che si aspetta un ritorno dell’investimento del 10% in tre anni. “Queste partnership rafforzano ulteriormente la logica del nostro investimento e del nostro impegno di lungo termine verso Banco Bpm  – ha commentato il capo del colosso francese – e  rafforzano la nostra strategia di espansione internazionale.”

Il titolo dopo un balzo dell’1% all’annuncio dell’operazione ha fatto un passo indietro di mezzo punto a 3,36 euro. Dall’inizio dell’anno il titolo ha guadagnato il 30% a fronte del calo del 3,3% dell’indice delle banche.

Al centro del prossimo risiko

Un balzo frutto delle pressioni speculative sul titolo. La banca, infatti, è considerata al centro del prossimo risiko. I rapporti sempre più stretti con il Credit Agricole lasciano immaginare  importanti sviluppi in direzione di una maggiore integrazione fra le due banche. D’altronde non sarebbe la prima volta che i francesi usano l’arma della prudenza prima di possibili integrazioni. Basterà ricordare che, per anni, il Credit Agricole è stato l’argine migliore per bloccare Enrico Cuccia che, attraverso Gemina, voleva conquistare Banca Intesa. Al momento del divorzio i francesi ottennero in dote gli sportelli di Cariparma.

Più di recente hanno presidiato a lungo il 10% del  Credito Valltellinese prima di lanciare l’Opa. Ora  potrebbero ripetere l’operazione con il Banco trasformando un’iniziativa di pronto soccorso in unione stabile. I francesi, infatti, erano entrati l’anno scorso nel Banco con un investimento non certo sgradito all’attuale vertice (il presidente Tononi e l’amministratore delegato Castagna) mentre turbinavano le  voci di Opa imminente da parte di Unicredit.  Ora un primo passo avanti con l’affare delle assicurazioni.

Il prossimo potrebbe essere l’allargamento della presenza oltre l’attuale 10%.  Un boccone piuttosto grosso (5 miliardi di valore di Borsa) la cui acquisizione porrà evidenti problemi di antitrust. Senza contare che nel frattempo Castagna e Tononi hanno favorito la nascita di un fronte alternativo. Un gruppo di fondazioni e di enti di previdenza ha formato un patto di consultazione che con l’arrivo di Enasarco ha raggiunto il 10%. La cassa dei commercianti ha investito circa 100 milioni per il 2% del capitale pagando 3,4 euro per azione.

Verso il nuovo cda

A primavera ci sarà il primo confronto fra le varie anime dell’azionariato con la nomina del nuovo cda.  Ed è proprio su questo appuntamento che si sofferma il presidente Tononi nella lettera di auguri ai dipendenti: “Sono certo che il nuovo Consiglio lavorerà nell’esclusivo interesse della banca, come in passato, e continuerà proficuamente a collaborare con tutto il management che in questi anni, a partire dall’ad Giuseppe Castagna, ha dato prova di valore, capacità e competenze”.

Un invito ai soci a scegliere la continuità. Tanto più che, come spiega Castagna nello stesso messaggio, “ci aspetta ancora un anno di impegno, ma partiamo con il vento in poppa, grazie all’ausilio di risultati che stanno andando ben oltre le aspettative“. Il risanamento è stato completato. Ora è il momento della crescita. Tuttavia cinque miliardi di capitalizzazione non sono moltissimi. Soprattutto se confrontati con i 30 miliardi del Credit Agricole o i 26 di Unicredit.

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