Mps, Viola e Profumo rischiano il processo. La Borsa sull’aumento
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Finanza Sab 17 settembre 2022

Mps, Viola e Profumo rischiano il processo. La Borsa boccia l’aumento

Come succede ormai da anni, per raccontare le vicende Mps bisogna lavorare su un doppio piano. Quello finanziario e quello giudiziario. Mps, Viola e Profumo rischiano il processo. La Borsa boccia l’aumento
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

L’aumento di capitale di Mps

Come succede ormai da anni, per raccontare le vicende Mps bisogna lavorare su un doppio piano. Quello finanziario e quello giudiziario. I due filoni poi si intersecano, ma almeno nell’attualità vivono separati. L’attualità della finanza dice che il giorno dopo che i soci hanno dato il via libera all’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, il mercato ha bocciato sonoramente il titolo del Monte facendogli perdere un altro 5%.

In Borsa la banca senese capitalizza 352 milioni e ogni azione vale 0,349 euro. Motivo? Anche l’esito dell’assemblea di ieri – a votare a favore del sì al rafforzamento è stato il 99,63% del capitale presente, pari a circa il 65,2% del totale che si avvicina molto al 64% che ha il Tesoro – dimostra che se si esclude il miliardo e 600 milioni assicurato dal Tesoro, di certezze sui 900 milioni mancanti non ce ne sono.

Ci sono le indiscrezioni “rassicuranti” sulla partecipazione di Anima fino a 200-250 milioni, partecipazione che però sembrerebbe finalizzata a ottenere un ritocco dei paletti sulla partnership. E c’è un tour che l’amministratore delegato Luigi Lovaglio si appresta a iniziare nella City londinese per convincere gli investitori internazionali.

Tour a Londra

Alle capacità persuasive del manager ex Creval sembra appesa anche la decisione delle banche del consorzio di garanzia – da Santander fino a Barclays, Société Générale, Siftel, Bofa, Citigroup, Credit Suisse e Mediobanca – di confermare o meno la garanzia all’operazione. Insomma, si vive nella più completa indecisione, peraltro con le elezioni alle porte, e questa indecisione si ripercuote anche sull’andamento del titolo in Borsa.

Veniamo quindi alle vicende giudiziarie. Notizia di ieri: dopo mesi di attesa la Procura di Milano ha battuto un colpo annunciando la chiusura delle indagini per false comunicazioni societarie, falso in prospetto e aggiotaggio sul caso della corretta contabilizzazione dei crediti deteriorati (Npl) di Mps nei confronti di 5 persone, tra cui gli ex vertici della banca Alessandro Profumo e Fabrizio Viola e lo stesso istituto. Stralciate in vista di una richiesta di archiviazione le posizioni di altri 6 indagati.

In passato il gip Guido Salvini aveva respinto una richiesta di archiviazione, ordinando una perizia, e i nuovi pm titolari del fascicolo Roberto Fontana e Giovanna Cavalleri hanno esteso gli accertamenti e disposto anche una consulenza tecnica.  Le contestazioni della chiusura indagine, atto che può preludere alla richiesta di processo, coprono un arco temporale che va dal 2014 fino a una semestrale del 2016.

Gli indagati

Tra i 5 indagati figurano, oltre a Profumo e Viola, l’ex presidente Massimo Tononi, attuale presidente di Banco Bpm, l’ex dirigente Arturo Betunio, e come detto l’istituto di credito senese iscritto per l’illecito amministrativo in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

I reati contestati agli ex vertici di Mps sarebbero stati commessi «nell’interesse» della stessa banca senese e «comunque a vantaggio della società» e «per effetto dell’inosservanza degli obblighi di direzione e vigilanza» dell’istituto di credito, scrivono i pm di Milano Fontana e Cavalleri nell’avviso di conclusione indagine. Dall’avviso emerge che la banca, che in una precedente proroga indagini era indicata come «persona offesa», ora è indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti e per fatti contestati ad ex vertici e dirigenti.

«Sono tranquillo. Ho operato correttamente, nel pieno rispetto del (mutevole) quadro normativo e sempre nell’ambito di un proficuo e condiviso confronto con le Autorità di controllo», ha commentato la notizia Alessandro Profumo

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