Fratta Pasini: «Serve un sistema bancario con più concorrenza»
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Finanza Gio 29 settembre 2022

L'affondo di Fratta Pasini: «Serve un sistema bancario con più concorrenza»

A dar fuoco alle polveri ci ha pensato Carlo Fratta Pasini, per vent’anni presidente del Banco Popolare di Verona e poi di Banco Bpm. L'affondo di Fratta Pasini: «Serve un sistema bancario con più concorrenza»
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

L’ex presidente di Banco Bpm Carlo Fratta Pasini

Il sistema Italia ha bisogno di un sistema bancario con più concorrenza. L’attuale duopolio non fa bene: ci voleva un convegno alla Camera in ricordo di Angelo Messedaglia, il più grande economista italiano dell’800 a riproporre con forza un tema che, anche alla luce della complessa situazione che stiamo vivendo, diventa ancor più attuale. E a dar fuoco alle polveri ci ha pensato Carlo Fratta Pasini, per vent’anni presidente del Banco Popolare di Verona e poi di Banco Bpm ed artefice, con Giuseppe Castagna attuale Ad del gruppo Banco Bpm, dell’aggregazione tra l’Istituto veronese e la Banca popolare di Milano.

Riforma sbagliata

«Il luogo che ci ospita, ovvero la Camera dei deputati, evoca con forza ed immediatezza il 2015, quando in queste aule parlamentari, l’improvvido decreto legge Renzi, che decretava la trasformazione coatta di tutte le banche popolari grandi e medie in spa, venne convertito e divenne legge – va all’attacco Fratta Pasini -. Con detta riforma si pose fine, o meglio, si ridusse ai minimi termini, quel sistema del credito popolare che in quell’anno ancora rappresentava oltre un quarto dell’intero sistema bancario». Parole forti pronunciate da un top manager del credito, oggi presidente della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli, da sempre avaro di dichiarazioni.

«Per uno scherzo del destino, o se si preferisce per l’ironia della storia, si arrivò a tale risultato – ha detto ancora Fratta Pasini – prescindendo da qualsiasi analisi scientifica e da qualsiasi dato statistico, che avrebbe facilmente dimostrato non solo la congenialità del credito popolare al sistema produttivo italiano basato sulle piccole e medie imprese, ma anche l’assoluta comparabilità della vulnerabilità alle crisi bancarie delle banche popolari rispetto alle banche spa».

Effetti negativi

E, a proposito degli effetti della riforma definita appunto improvvida, Fratta Pasini ha aggiunto: «Gli effetti di quella riforma non sono stati ancora misurati, né con il metro del Messedaglia, né con quello della moderna statistica. Pur tuttavia si può affermare, senza tema di smentite, che il sistema bancario subì un’accelerazione, verso la concentrazione, quando non verso l’attuale duopolio. E ancora che la quota di mercato delle banche estere crebbe a danno di quelle domestiche e che il tasso di democrazia economica nel mondo del credito diminuì non di poco, mentre crebbe il potere di fatto di istituzioni, come le fondazioni di origine bancaria, che quanto ad autoreferenzialità, non hanno certo nulla da imparare rispetto alle banche popolari spazzate da quella riforma». Fratta Pasini ha quindi concluso evocando la mano invisibile della politica legata ad un certa concezione dell’economia. «Verrebbe da dire – ha sottolineato – che per porre nel nulla, o più esattamente nel poco, quella forma di organizzazione dell’attività bancaria che tanto doveva al pensiero del Messedaglia ed alla azione del Luzzatti, bastarono poche manine visibili».

Gli epigoni

Il top manager, che ha portato in porto l’unica vera aggregazione tra popolari non dettata da bancarotte, situazioni di emergenza o diktat dall’alto (con la creazione del terzo gruppo bancario italiano) ha concluso: «Ciò non sarebbe peraltro mai avvenuto se gli epigoni del credito popolare non si fossero presentati a questo cruciale appuntamento divisi, desiderosi in molti casi di trasformare essi stessi le proprie popolari in spa. Timorosi di ogni potere forte o apparentemente tale». Angelo Messedaglia è stato ricordato a 120 anni dalla morte. Figura poliedrica, parlamentare, statistico e letterato, è stato il propugnatore delle basi economiche e sociali del credito popolare, autore della prima legge nazionale sul catasto immobiliare e sulla municipalizzazione dei pubblici servizi.

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