Nuovo crollo in Borsa per Saipem, le banche si disfano del 20%
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FinanzaIn evidenzaSaipem Sab 16 luglio 2022

Nuovo crollo in Borsa per Saipem, le banche si disfano del 20%

Ennesimo crollo di Saipem dopo la chiusura dell’aumento di capitale da due miliardi di euro. Il titolo ha chiuso la settimana con un calo. Nuovo crollo in Borsa per Saipem, le banche si disfano del 20%
Redazione Verità&Affari
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Il crollo di Saipem

Ennesimo crollo di Saipem dopo la chiusura dell’aumento di capitale da due miliardi di euro. Il titolo, che pure giovedì aveva tentato il rimbalzo, ha chiuso la settimana con un calo di quasi il 30% a 0,82 euro, ben al di sotto del prezzo di esercizio dell’aumento di capitale. Il nuovo crollo ha bruciato subito oltre 600 milioni di capitalizzazione, appena rinforzata dall’incasso dei due miliardi dell’aumento.

Le vendite del titolo

Ieri la società ha ufficializzato quanto era già chiaro dalla vigilia: le banche del consorzio di garanzia hanno il 29,2% del capitale del gruppo, dopo che al termine del periodo di esercizio dei diritti è rimasta inoptata una quota pari a poco meno del 30% dell’ammontare complessivo dell’aumento. Complessivamente le banche del consorzio hanno speso 592 milioni di euro per la quota.

Sommando la quota finita al consorzio a quella del 44% sottoscritto dai due soci principali, Eni e Cdp, si arriva a poco meno del 74% dell’aumento. Il mercato ha quindi assorbito appena il 26% dei due miliardi di ricapitalizzazione, pari a poco più di 500 milioni di euro. A pesare ieri sul titolo, spiegano dalle sale operative, proprio la grossa fetta di capitale rimasta inoptata e finita alle banche nonché l’annuncio, arrivato in mattinata, di un accordo tra alcune delle banche del consorzio per «l’ordinato collocamento» di una parte delle azioni incamerate con la garanzia. Si tratta di Bnp Paribas, Citigroup, Deutsche Bank, Hsbc, Unicredit, Abn Amro, Barclays e Stifel, che metteranno in vendita un pacchetto pari al 19,8% del capitale post-aumento. L’accordo riguarda 396 milioni di azioni, pari a circa il 67,8% dell’inoptato. Fuori dall’accordo restano Intesa Sanpaolo, Banca Akros, Banco Santander, Barclays, Bper, Goldman Sachs e Société Générale che complessivamente hanno il 9,4% del capitale.

Con il crollo di ieri, il passivo del titolo da inizio anno diventa così dell’82,85%. Dagli aggiornamenti sulle vendite allo scoperto fornite dalla Consob si è appreso intanto che il fondo Millenium Capital ha una posizione netta corta pari al 2,04% del capitale mentre Pdt Partners dello 0,57%. Blackrock, che da gennaio aveva mantenuto uno short pari a circa il 2,5% del capitale, ha ridotto la posizione corta all’1,37% a ridosso della partenza dell’aumento.

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