Ddl Capitali, slitta ancora il termine per gli emendamenti
Nuovo slittamento, la Commissione Finanze deve prima esaminare la delega per la riforma fiscale. A settembre in aula
Slittano gli emendamenti per il ddl Capitali
Il termine per la presentazione di ordini del giorno ed emendamenti al disegno di legge “Competitività dei capitali” è stato spostato alle ore 12 di giovedì 3 agosto. Il termine precedente era giovedì 27 luglio. Si tratta del secondo slittamento del termine per la presentazione degli emendamenti.
La posta in gioco
Uno dei nodi centrali del ddl Capitali, seguito direttamente dal Mef e da Palazzo Chigi, è quello del voto maggiorato. Ovvero, la possibilità per determinate categorie di azionisti di avere diritti di voto superiori al numero di azioni possedute. Al centro del confronto nelle audizioni in Commissione finanze, la possibilità di insierirlo nella modalità opt-in o opt-out. Ovvero, lasciando la facoltà all’assemblea della singola società di prevederlo nello Statuto oppure di determinarlo per legge. Il tema voto maggiorato si innesta su almeno tre partite rilevanti della finanzia italiana. Ovvero Mediobanca-Generali, Tim e Banco Bpm. Se nella prima partita avvantaggerebbe i soci privati Caltagirone e Delfin, nelle altre due rischierebbe di fatto di consegnare il gruppo delle tlc e la banca nelle mani dei soci francesi. Inoltre, si spiega, una misura simile rischierebbe di allontanare gli investitori internazionali dal mercato italiano.
La posizione del governo
Per questo, la possibilità che il governo appoggi l’opzione opt-out “è improbabile”, spiega una delle fonti interpellate. Più probabile invece che nel testo definitivo venga prevista l’opzione opt-in. E che venga modificata la normativa per la presentazione delle liste del cda per il rinnovo del consiglio d’amministrazione. Altro tema questo che sta a cuore ai soci privati di Generali e Mediobanca.
La sovrapposizione con la delega fiscale
Il nuovo slittamento è dovuto al fatto che la commissione Finanze è impegnata nell’esame del Ddl delega di riforma fiscale, che entro il 4 agosto dovrà essere esaminata dall’Aula. Era comunque già noto che la votazione degli emendamenti sarebbe stata tra fine agosto e inizio settembre, quindi dopo la pausa estiva. Un orientamento chiaro del governo non è però ancora emerso. E il nuovo slittamento servirà anche per affinare le posizione del governo. Anche se, si spiega, la presentazione degli emendamenti non chiuderà la partita sul ddl, che probabilmente verrà definita quando il testo arriverà all’esame dell’aula.