Eurovita, per Moody's rischiano anche le banche partner
Secondo l'agenzia, gli istituti che hanno venduto le polizze potrebbero decidere di indennizzare i clienti o ricapitalizzare la compagnia
Moody’s: le banche potrebbero indennizzare i clienti
Indennizzare i clienti che hanno sottoscritto le polizze Eurovita o immettere capitale per garantire il salvataggio della compagnia. Sono due degli scenari che si aprono per le piccole e medie banche italiane, partner distributive di Eurovita. A scriverlo in rapporto è l’agenzia Moody’s, secondo la quale i partner bancari della compagnia assicurativa commissariata dall’Ivass potrebbero “decidere di indennizzare parzialmente i propri clienti” che hanno sottoscritto i prodotti assicurativi. Un’altra opzione, sempre secondo Moody’s, potrebbe essere fornire capitale per il salvataggio della compagnia.
L’ipotesi del salvataggio “di sistema”
Eurovita ha poco meno di 400 mila clienti. Le suo polizze sono state distribuite prevalentemente tramite 60 accordi con gli istituti bancari, per un totale di circa 2500 sportelli. Dopo il commissariamento, a fine gennaio, l’Ivass ha bloccato i riscatti delle polizze emesse dalla compagnia fino al prossimo 31 marzo. Al momento l’ipotesi di un salvataggio “di sistema” proposto dalla stessa Ivass non sembra decollare. Lo scorso 22 febbraio Eurovita ha ricevuto un’iniezione di fondi per 100 milioni da parte dell’azionista di maggioranza, il fondo britannico Cinven. Il fondo ha anche svalutato completamente la quota in Eurovita e cancellato altri 120 milioni di prestito, per un onere complessivo di circa 500 milioni di euro.
Monitorare i rischi
Moody’s ricorda come in Italia la distribuzione di prodotti vita assicurativi avvenga principalmente attraverso il canale bancario il quale di solito non possiede una propria compagnia ma si basa su joint venture. Il caso Eurovita, spiegano gli analisti dell’agenzia, dimostra che per le banche “monitorare i rischi operativi e i livelli di capitale dei loro partner è importante da una prospettiva di governance” e di “rischi reputazionali“.