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FinanzaIn evidenza Gio 16 febbraio 2023

Fondi pensione, c'è un tesoretto da 5 miliardi da recuperare

Servono una campagna informativa e agevolazioni fiscali ai fondi per non lasciare che il Tfr "inoptato" confluisca nel fondo dell'Inps Fondi pensione, c'è un tesoretto da 5 miliardi da recuperare Imagoeconomica
Redazione Verità&Affari
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Il tesoretto per la previdenza complementare

C’è un tesoretto da 5 miliardi da recuperare. E’ questa la missione che dovrebbero darsi le forze politiche, economiche e sociali interessate alla salute della seconda gamba della previdenza complementare, i fondi pensione. Lo dice il presidente di Assofondipensione (associazione dei fondi pensione negoziali), Giovanni Maggi, che chiede di avviare “una massiccia campagna informativa per accrescere la consapevolezza sull’importanza di aderire alla previdenza complementare, al fine di non lasciare che il Tfr (trattamento di fine rapporto) “inoptato” delle aziende con organico superiore ai 50 dipendenti confluisca nel Fondo Tesoreria dell’Inps”. L’obiettivo, appunto, è che questi 5 miliardi che ogni anno finiscono all’Inps anziché confluire sul mercato grazie ai fondi pensione possa, invece, tornare al secondo pilastro.

Campagne informative a parte servono evidentemente anche degli incentivi. Lo stesso Maggi, per esempio, chiede una riduzione del prelievo fiscale sostitutivo sui rendimenti degli investimenti nei fondi pensione. Da ricordare che oggi è al 20%, mentre per le Casse di previdenza private dei professionisti è pari al 26%. Ma non basterebbe. Una spinta potrebbe arrivare anche dal superamento del criterio del “pro-rata” nella tassazione delle prestazioni, così come è già avvenuto per la rendita integrativa temporanea anticipata. Nella sostanza va abbandonata la tassazione dei rendimenti sul “maturato” in favore del criterio del “realizzato”.

Le proposte della Covip

Va nella stessa direzione Mario Padula, il presidente della Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione. Secondo il presidente , che ha parlato nel corso dell’audizione per l’indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria alla commissione Affari sociali del Senato, si potrebbe pensare a benefici fiscali spalmati su più anni, che non incidano sul singolo anno ma di cui usufruire nell’arco di un determinato periodo. Una leva, dunque, può essere quella di “agire sugli incentivi fiscali, ma anche finanziari mirati ai più giovani”. Padula ha ricordato che le risorse destinate alle prestazioni dei fondi di previdenza integrativa, a fine dicembre 2022, sono scese a 205 miliardi, con l’andamento dei mercati finanziari. 

La spinta del governo

Posizioni condivise dal governo, tant’è che il sottosegretario all’Economia Federico Freni, all’assemblea di Assofondipensione evidenzia che “la previdenza di secondo pilastro non è più un’opzione, è una necessità. E la dinamica virtuosa di investimento dei fondi pensione fa bene all’economia”. Durante l’evento il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga (che fa anche parte del direttivo di Assofondipensione), nel suo intervento, ha bocciato l’idea di un fondo di previdenza complementare targato Inps, invitando il presidente dell’Istituto di previdenza Pasquale Tridico a riflettere. “Non ce n’è bisogno – ha sostenuto Ganga – non serve al sistema e non è nemmeno il mestiere dell’Inps”. 

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