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FinanzaIn evidenza Mer 15 febbraio 2023

Fsi compra il 7,2% di Anima per fermare i francesi, ma Amundi non è tra i venditori

Il fondo di Maurizio Tamagnini ha investito oltre 108 milioni di euro. Il titolo prende il volo a Piazza Affari Fsi compra il 7,2% di Anima per fermare i francesi, ma Amundi non è tra i venditori SALONE DEL RISPARMIO STAND ANIMA SGR CHI RISPARMIA AMA MARCHIO LOGO
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Il fondo Fsi compra il 7,2% di Anima, Amundi non è tra i venditori

Fsi, il fondo promosso e guidato da Maurizio Tamagnini, ha comprato il 7,2% di Anima Holding. Dopo le indiscrezioni della vigilia, la conferma è arrivata nella mattinata di oggi, 15 febbraio. A comprare è stato il veicolo Fsi Holding 2 srl. L’operazione, curata da Mediobanca tramite un reverse accelated bookbuilding, ha permesso di acquistare 24,98 milioni di azioni a un prezzo di 4,35 euro per azione. Con un premio di 30 centesimi rispetto ai 4,05 euro della chiusura di Borsa del giorno precedente. L’esborso complessivo è stato di oltre 108 milioni. In Piazza Affari il titolo, dopo una fiammata che lo ha portato sopra al prezzo pagato da Fsi, ha chiuso a 4,17 euro in progresso del 3%. L’offerta, spiega la nota, era rivolta a investitori qualificati e istituzionali esteri. Tra i venditori, secondo quanto ricostruito, non figura il colosso francese Amundi, che lo scorso anno era emerso come azionista di Anima con oltre il 5%.

Le mire dei gruppi francesi

L’operazione, secondo quanto ricostruito, ha lo scopo di rafforzare la presenza di soci italiani nella società di gestione del risparmio. Anima Holding è un importante acquirente di titoli di Stato italiani e sul mercato si rincorrono da tempo le voci di un interesse anche da parte di gruppi esteri. Lo scorso anno ha fatto la sua comparsa tra i soci Amundi, con una quota del 5%. La salita di Anima era arrivata qualche settimana dopo la notizia dell’ingresso di Credit Agricole nel capitale di Banco Bpm. Quest’ultimo è a sua volta il primo azionista di Anima, con una quota di circa il 18%. Tra soci italiani figura invece l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, che sempre lo scorso anno è emerso come detentore di una quota di circa il 3%.

Gli acquisti

Il veicolo con il quale Fsi ha effettuato gli acquisti è stato creato appositamente per questa operazione. Fsi Holding 2 è stata infatti costituita lo scorso 2 febbraio, con un capitale di 10 mila euro. Le azioni sono tutte in mano a Fsi Sgr spa, che a sua volta fa capo a Maurizio Tamagnini e ai partner del fondo. Fsi (Fondo strategico italiano) è nato come veicolo d’investimento di Cdp, fino a quando la Cassa non ha venduto il proprio 39% a Tamagnini e agli altri partner. Attualmente, Cdp è ancora tra gli investitori dei fondi gestiti dalla sgr.

I timori dell’esecutivo

Per Fsi, secondo quanto ricostruito, l’operazione rappresenta una occasione di investimento in un operatore dalle notevoli opportunità di crescita e protagonista dei processi di aggregazione del settore. Anche se, si sottolinea in ambienti finanziari, la mossa del fondo trova il favore del governo, preoccupato che un operatore come Anima possa essere oggetto di mire dall’estero. A preoccupare, si spiega in ambienti politici, sono soprattutto i grandi gruppi francesi del settore bancario e della gestone del risparmio (come Amundi). Che potrebbero avere interesse a consolidare ulteriormente la propria presenza nel settore in Italia. 

Il fondo esclude l’opa

Fsi è già presente nel settore dei servizi finanziari: ha una quota in Cerved acquisita nel 2022 dopo il delisting del titolo. Il fondo è anche nel capitale di Bcc Pay, la società che cura i sistemi di pagamenti digitali delle banche di credito cooperativo. Mentre nel 2021 è uscita dal capitale di Cadacri.  Il fondo ha confermato che non intende lanciare un’opa su Anima nel corso dei prossimi 12 mesi.

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