La mosse (a sorpresa) di Warren Buffet, l'ultimo investimento dell'oracolo
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Finanza Mer 29 giugno 2022

La mosse (a sorpresa) di Warren Buffet, l'ultimo investimento dell'oracolo

Warren Buffett spinge in alto le quotazioni del petrolio. Nonostante la debolezza delle quotazioni del greggio. La mosse (a sorpresa) di Warren Buffet, l'ultimo investimento dell'oracolo
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

L’investimento di Warren Buffet

Warren Buffett spinge in alto le quotazioni del petrolio. Nonostante la debolezza delle quotazioni del greggio l’indice S&P500 Energy cresce del 4% ed è il migliore della giornata. A sostenerlo non è soltanto la ripresa improvvisa del Wti +1,6% ma soprattutto l’andamento di Occidental Petroleum (+4%). Dietro questo movimento c’è Berkshire Hathaway, il mega fondo guidato da Warren Buffett che ha annunciato di aver raggiunto il 16,4% del capitale. L’ultima operazione, avvenuta il 23 giugno, ha comportato l’acquisto di 794 mila azioni per un totale di 44 milioni di dollari.

Dopo una serie di acquisti avvenuti anche negli ultimi tempi, l’oracolo di Omaha è diventato il principale azionista della società petrolifera, il cui titolo da inizio anno ha guadagnato circa il +115% risultando la stella del comparto. Complessivamente la partecipazione di Buffett vale 530 miliardi. Il guru sembra credere molto nel petrolio. Infatti, oltre alla Occidental Petroleum ha in portafoglio anche Chevron con una partecipazione che vale 26 miliardi.

I titoli energetici

Dal primo gennaio a oggi l’indice energetico statunitense è salito del +38%, tra le migliori performance mondiali a livello settoriale. Dopo quella di Occidental le altre star del settore, dall’inizio dell’anno sono Valero (+57%), Exxon (+50%), Marathon Oil (+47%), Halliburton (+45%). Sotto il profilo dei fondamentali, il settore energetico Usa continua a godere di valutazioni attraenti con il rapporto prezzo/utili di 13,6 e dividendi che offrono rendimenti di 3,80%.

L’S&P500 gira su multipli ben più alti: il rapporto prezzo/utili di 19,60 e dividendi all’ 1,60%. Ma anche in Europa il settore dell’energia, nonostante i grandi passi avanti sembra ancora conservare un grande appeal. Dice Francesco Lomartire, capo di Spdr ETFs Southern Europe: «Riteniamo che l’interesse per il settore energy – trainato dalla domanda e dall’offerta di combustibili fossili – continuerà a perdurare». Infatti, se da un lato si teme una possibile riduzione della domanda di prodotti del segmento oil&gas a seguito dell’incremento dei prezzi, dall’altro esistono dei fattori che bilanciano queste paura, come la riapertura della Cina e la ripresa dei viaggi aerei. Al contempo, le problematiche relative alle forniture, insorte per la mancanza di investimenti upstream negli ultimi 10 anni e aggravati dagli obiettivi di produzione dei Paesi dell’OPEC+, sono incrementate a seguito delle azioni intraprese dalla Russia per limitare i flussi di gas e per i divieti imposti sul petrolio russo, tra cui il più recente embargo su tutte le forniture via mare da parte dell’Ue.

Le previsioni per il futuro

Nella transizione verso un mondo a zero emissioni, i combustibili fossili sarebbero destinati a diventare una parte molto più esigua del mix energetico. Per alcuni anni, gli investitori hanno ridotto significativamente l’esposizione ai titoli del comparto energy per le preoccupazioni legate alla perdita di valore degli asset dovuta alla transizione energetica e alla necessità di ridurre la produzione. «La volatilità del petrolio rimarrà elevata ora che stanno emergendo opinioni opposte su come i prezzi finiranno l’anno», prevede Edward Moya, analista di mercato senior di Oanda. I prezzi sono «sotto pressione» a causa dei timori di recessione globale e dell’inflazione elevata, con «tutti i fattori a breve termine che diventano negativi per le prospettive della domanda di petrolio greggio».

Il tema emissioni

«Non sappiamo quando il valore dei progetti di abbattimento delle emissioni sarà incorporato nel prezzo delle azioni» aggiunge Lomartire di Spdr. «Il valore dipenderà dalla rapidità con cui verranno adottati gli scenari di transizione e dal sostegno normativo volto ad incentivare tale transizione». Nel frattempo, la maggior richiesta di sicurezza energetica da parte dei paesi, oltre a promuovere le fonti energetiche alternative, farà sì che vi saranno meno vincoli nel continuare a produrre combustibili fossili, «anche se» conclude «ci auguriamo tale produzione rimanga».

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