Caffè, le divisioni nella famiglia Kimbo: tra tribunali, bilancio non approvato e interesse dei fondi
I diversi rami della famiglia Rubino non hanno la stessa visione sul futuro del gruppo. Udienza a febbraio per il bilancio non approvato CAFFE' KIMBO TAZZINA ESPRESSOIl bilancio 2021 non è stato ancora approvato
Lo schema non è nuovo ed è quello che si ripete quando c’è una grande frammentazione tra i vari rami della famiglia che ha il controllo della società. Non tutti hanno la stessa visione su strategie e futuro così le decisioni che non si riescono a prendere all’interno vengono delegate all’esterno, di solito ai Tribunali. Quello che sta succedendo in casa Kimbo, lo storico marchio napoletano di caffè che vanta sotto il suo controllo brand come Kimbo, Kosé, Caffè Karalis, La Tazza d’oro.
Come riporta il Sole 24 Ore, l’udienza per dirimere i differenti punti di vista che hanno portato alla mancata approvazione del bilancio 2021 è stata rinviata ai primi di febbraio, ma è difficile ipotizzare che nel giro di qualche settimana le cose possano cambiare. Tutti i rami della famiglia sono eredi dei fondatori Francesco, Gerardo ed Elio Rubino e in questo momento il 25% fa capo a Mario Rubino, un altro 25 ad Alessandra Rubino e il 50% restante è suddiviso tra le cugine Paola, Carmen e Alba.
Intanto non si spegna l’interesse dei fondi di private equity sia italiani che esteri pronti a sostituirsi a possibili soci che manifestassero la volontà di uscire dalla società. Anche se a oggi nessuno dei rami della famiglia Rubino ha lanciato segnali di voler andare in questa direzione.