Il primo impianto al mondo per produrre idrogeno dai rifiuti
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Finanza Ven 23 settembre 2022

Ecco il primo impianto al mondo per produrre idrogeno dai rifiuti

Maire Tecnimont realizzerà a Roma il primo impianto di produzione di idrogeno dai rifiuti al mondo. Sarà la controllata NextChem. Ecco il primo impianto al mondo per produrre idrogeno dai rifiuti
Redazione Verità&Affari
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L’impianto di Maire Tecnimont

Maire Tecnimont realizzerà a Roma il primo impianto di produzione di idrogeno dai rifiuti al mondo. Sarà la controllata NextChem, con un contributo europeo di 194 milioni a fondo perduto, a sviluppare l’installazione “waste-to-hydrogen”. Ora si tratta di avviare l’attività progettuale e ottenere i permessi necessari, in modo da garantire l’entrata in funzione dell’opera nella prima metà del 2027, come previsto dal finanziamento.

Risorse europee

Le risorse arrivano dal progetto europeo “IPCEI Hy2Use” ideato per sostenere la ricerca e l’innovazione, la prima applicazione industriale e la costruzione delle infrastrutture nella catena del valore dell’idrogeno. Il progetto è stato elaborato e notificato congiuntamente da tredici Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Svezia) che erogheranno fino a 5,2 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, che dovrebbero sbloccare ulteriori 7 miliardi di investimenti privati. Nell’ambito di questo Ipcei, 29 imprese operanti in uno o piú Stati membri, comprese le piccole e medie imprese (Pmi) e le startup, parteciperanno a 35 progetti.

Hydrogen Valley

Quello di Maire Tecnimont è uno di questi e andrà a costituire l’Hydrogen Valley di Roma, il primo incubatore tecnologico su scala industriale per lo sviluppo della filiera nazionale per la produzione, trasporto, accumulo e utilizzo dell’idrogeno per la decarbonizzazione dei processi industriali e per la mobilità sostenibile. Nella fase iniziale su Roma si prevede la produzione di 1.500 tonnellate all’anno di idrogeno e 55.000 tonnellate di etanolo. La produzione di idrogeno crescerà in funzione dell’evoluzione della domanda, fino a 20.000 tonnellate annue, riducendo proporzionalmente i volumi di etanolo. La tecnologia di NextChem, sviluppata dalla controllata MyRechemical, permetterà di utilizzare come materia prima 200.000 tonnellate all’anno di rifiuti solidi non riciclabili, dando così un contributo anche alla chiusura del ciclo dei rifiuti capitolini attraverso un processo di conversione con una riduzione significativa delle emissioni totali di CO2.

I partner scientifici

Il progetto europeo include inoltre un contributo di circa 4 milioni destinati ad attività di ricerca per ulteriori sviluppi della tecnologia waste-to-hydrogen, avvalendosi di partner scientifici tra cui Enea, Fondazione Bruno Kessler e Universitá La Sapienza di Roma. Il fondo, sostenuto dal ministero dello Sviluppo Economico, permetterà che lo schema industriale del Gruppo Maire Tecnimont diventi una best practice a livello mondiale per la valorizzazione dei rifiuti e la produzione di idrogeno e altri prodotti chimici. «Siamo orgogliosi del traguardo raggiunto da Maire Tecnimont con NextChem e del riconoscimento delle competenze industriali e tecnologiche del nostro Paese da parte dell’Unione Europea per sviluppare un’economia dell’idrogeno a bassa impronta carbonica e a basso costo», ha commentato l’amministratore delegato Alessandro Bernini. «Questo progetto, unico al mondo, rappresenta una pietra miliare nello sviluppo delle tecnologie che combinano economia circolare e chimica verde, riconoscendoci pionieri nella decarbonizzazione dell’industria hard-to-abate, con un modello che potrà essere replicato in altri Paesi», ha aggiunto il manager.

Il nuovo progetto

Ma il Lazio vede un altro progetto che in futuro produrrà idrogeno. EOS Investment Management, attraverso il fondo di investimento “EOS ReNewable Infrastructure Fund II”, insieme a Capital Dynamics, attraverso il fondo di investimento Clean Energy Infrastructure Fund IX, ha ottenuto le autorizzazioni alla costruzione di uno dei più grandi impianti fotovoltaici mai realizzati in Italia in regime di grid-parity (senza incentivi statali). Dotato di un sistema di storage che in futuro permetterà la produzione di idrogeno verde, l’impianto avrà una potenza di 87,1 Megawatt, sarà in grado di coprire il fabbisogno annuo di 68mila famiglie garantendo un risparmio di oltre 73 mila tonnellate di CO2, e l’occupazione di almeno un centinaio di persone.

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