Per il Parlamento Mps è strategica, ma l’aumento è ancora a rischio
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Finanza Ven 07 ottobre 2022

Per il Parlamento Mps è strategica, ma l’aumento è ancora a rischio

«Mps è strategica diventi il terzo polo», dice la Commissione parlamentare. Ma l’aumento di capitale è ancora a rischio. Per il Parlamento Mps è strategica, ma l’aumento è ancora a rischio
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

L’operazione di Mps

Il Monte dei Paschi è un «asset strategico» per creare una banca «di respiro nazionale» in grado di competere con altri «player primari». È un passaggio della Proposta di relazione conclusiva della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, che «lancia» di fatto la proposta di un terzo polo nazionale da costruire intorno a Monte dei Paschi, che auspica per lo Stato il ruolo, una volta accompagnata la nascita del terzo polo, di «investitore istituzionale di minoranza».

La commissione banche

Tutto questo mentre l’aumento di capitale da 2,5 miliardi è ancora molto lontano dall’essere definito, a poco più di una settimana dalla data di partenza. «L’intervento pubblico nel capitale delle aziende di credito – si legge nel documento della Commissione – e in modo ancor più rilevante la sua natura, finalità e gli esiti attesi non devono limitarsi ad un fenomeno temporaneo e di ultima istanza ma devono, invece, mirare alla realizzazione di disegno di tipo strategico a beneficio dei contribuenti, dei dipendenti e, più in generale, del sistema bancario nazionale e dell’economia italiana».

«In materia – prosegue la Relazione -, la partecipazione in Banca Monte dei Paschi di Siena è, ad esempio, un asset strategico per creare una banca di respiro nazionale in grado di competere con altri player primari. La nascita del terzo polo bancario richiede però il necessario supporto dell’azionista pubblico che, nel corso del tempo, potrà anche trasformarsi in un investitore istituzionale di minoranza».

Anchor investor

«Nell’ambito dell’aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro, atteso entro la fine del 2022 – come previsto dal Piano Industriale 2022-2026 – l’individuazione di un Anchor Investor rappresenta una tappa fondamentale per il futuro della banca; il sostanziale cambiamento degli assetti proprietari della banca sarà fortemente influenzato dalla sua presenza o meno, dalla nazionalità e dalla tipologia di investitore».

Peccato al momento di Anchor Investor non ci sia traccia. Né di soggetti che possano davvero mettere soldi per i ridurre il rischio dei 900 milioni da trovare sul mercato, al netto degli 1,6 miliardi che saranno versati dal Tesoro per il 64% per cento. La situazione è «estremamente complessa, che può evolvere in qualunque direzione», dice una delle fonti interpellate. Mentre un’altra fonte spiega che «ad oggi manca ancora l’impegno di quello “zoccolo duro” di investitori che è il viatico necessaria, ma non sufficiente, per lanciare l’operazione».

L’unica disponibilità concreta raccolta finora dall’ad Luigi Lovaglio è quella di Axa, che potrebbe mettere fino a 100 milioni di euro. Con l’altro partner di Mps contattato, l’operatore del risparmio gestito Anima (vedi altro pezzo nella pagina) il negoziato con l’ad di Mps è ancora lontano da una conclusione. Le richieste di un rafforzamento della partnership avrebbero trovato la freddezza di Lovaglio, che non vuole legarsi le mani per eventuali compratori della banca che dovessero affacciarsi in futuro.

Proprio il ritardo nel negoziato con Anima, partito di fatto solo a fine settembre, ha creato qualche malumore tra il consorzio di banche che dovrebbero garantire l’aumento e il manager. Anche perché Anima aveva dato segnali di disponibilità fin dall’estate. Di certo non è questo l’unico tema di una operazione che a oggi non pare avere i presupposti per decollare. Smentite le voci di divisione tra le banche del consorzio, tutto starà nel ruolo del Mef, che non può permettersi passi falsi in una operazione come l’aumento di Mps.

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